Backup consumer nel 56% delle pmi italiane

Un sondaggio di Buffalo Technology rivela che oltre la metà delle piccole e medie imprese italiane utilizzano chiavette USB, CD, DVD o hard disk esterni come storage per la salvaguardia dei dati.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Secondo una ricerca condotta da Buffalo Technology, volta a capire come le aziende realizzino le copie di sicurezza dei propri dati, l'88% delle aziende italiane intervistate effettua il backup dei dati. Per circa tre quarti la perdita dei dati sarebbe disastrosa o comunque dannosa economicamente.

Nonostante ciò, "è emerso che la maggioranza delle pmi italiane fa ancora affidamento su soluzioni inadeguate, che non le proteggono come dovrebbero da questo rischio", rivela Valéry Giorza, Marketing Manager per l'Europa del Sud di Buffalo.

Il sondaggio mostra infatti che il 20% degli intervistati utilizza periferiche assolutamente inadeguate per l'archiviazione dei dati sensibili, come chiavette USB o CD/DVD, facilmente smarribili, esposte a furti e facilmente danneggiabili.

Il 36% si affida, invece, ad hard disk esterni, dispositivi idonei per il backup a livello personale, ma non aziendale, dov'è necessario adottare soluzioni in grado di fornire maggiori garanzie, sia per la salvaguardia dei dati sensibili sia per prevenire eventuali interruzioni derivanti da guasti ai dischi.

In altre parole, il 56% utilizza dispositivi "consumer", probabilmente inconsapevoli del rischio che corrono nel momento in cui si richiedesse un ripristino dei dati.

Facendo un passo indietro, Buffalo ha condotto la ricerca a livello europeo: in Italia, dove anche noi di Tom's Hardware Manager by Solutions e Tom's Hardware ItPro by Direction, siamo stati coinvolti, ha contattato, lo scorso giugno, 423 aziende di piccole e medie dimensioni, il 65% delle quali entro i 25 dipendenti.

Come accennato, per il 32% delle aziende intervistate, la perdita dei dati significherebbe perdere informazioni sui propri clienti e fornitori, con una conseguente interruzione dei servizi. Il 27% afferma che la perdita dei dati causerebbe un significativo danno economico e il 15% che ciò avrebbe ripercussioni negative anche sulla reputazione dell'azienda.

Solo il 29% delle aziende partecipanti al sondaggio ha dichiarato di effettuare il backup su NAS (Network Attached Storage), che sono soluzioni più efficaci e sicure per la salvaguardia dei dati aziendali.

I vantaggi offerti da un NAS, come ricordano in Buffalo, sono molteplici. Un NAS, per esempio, consente di centralizzare l'archivio dati in un unico dispositivo altamente specializzato, è accessibile da tutti i nodi della rete e permette, inoltre, d'implementare schemi RAID in grado di garantire una migliore gestione della sicurezza dei dati.

Continuando con la ricerca, emerge un altro dato preoccupante: poco più della metà degli intervistati effettua il backup dei propri dati quotidianamente e solo uno ogni 12 intervistati (8%) su base oraria, che è invece la finestra consigliata per il pieno ripristino dei dati in caso di interruzione.

"Questi dati, in linea con quanto emerso anche in altri paesi europei, come Francia e Gran Bretagna, rappresentano un ulteriore stimolo per Buffalo, pioniere nel settore delle soluzioni storage, non solo nel continuare a portare sul mercato soluzioni sempre più performanti e innovative, ma anche nell'opera di informazione verso tutti quegli utenti che non hanno ancora pienamente compreso l'importanza della scelta dei migliori strumenti per la messa in sicurezza dei propri dati", afferma ancora Giorza.

Tra i principali criteri che influiscono nella scelta dei dispositivi da adottare, il 28% indica l'affidabilità, mentre il 22% la sicurezza del prodotto. Poco più di un terzo degli intervistati afferma, poi, di fare riferimento a uno specialista IT prima di prendere decisioni importanti sull'infrastruttura storage dell'azienda.