Ca Arcserve cambia proprietà e punta alla gestione unificata del backup

Arcserve Unified Data Protection è la soluzione proposta dalla BU di Ca Technologies appena ceduta a Marlin Equity Partners. Per il vendor una maggiore focalizzazione sulle aree core di business, mentre la divisione ceduta conferma la linea strategica presa con clienti e canale

Avatar di Loris Frezzato

a cura di Loris Frezzato

Semplificare la gestione nella protezione e recupero dei dati aziendali attraverso una soluzione unificata. Un obiettivo che Ca Technologies, con la propria divisione di data management, appena ceduta in blocco a Marlin Equity Partners, si è posta evidenziandolo già dal nome della nuova versione di Arcserve, che la ha presentato al mercato con il nome di Arcserve Unified Data Protection.

La cessione della divisione, che conta complessivamente 500 persone dedicate e oltre 7.300 partner attivi, sarà portata a termine entro il secondo quarter del fiscal year 2015, e consentirà, secondo gli obiettivi dichiarati da Ca, di concentrarsi sui business ritenuti più core. Nulla, a quanto dichiarato, cambierà sul fronte dell'offerta relativa di Arcserve e sui rapporti con clienti e canale.

A conferma ne è il recente rilascio, secondo la road map prevista, della nuova versione di Arcserve: "Arcserve è una soluzione che è ormai sul mercato da una ventina di anni, man mano acquisendo tecnologie specifiche che l'hanno arrichita di nuove funzionalitá ed estesa verso il cloud computing – ha spiegato Giampaolo Sticotti, channel sales director Italy e Iberia di Ca Technologies -. Oggi la nuova versione porta questa esperienza ventennale all'interno di una soluzione di unified data protection".

Giampaolo Sticotti - channel sales director Italy e Iberia di Ca Technologies

Il momento pare essere propizio, secondo il vendor, coincidendo con un periodo in cui le aziende si trovano a dovere affrontare nuove sfide, pensando a cambiare i propri sistemi di backup, spinte anche da frustrazioni dovute ai costi e complessitá di gestione di ambienti eterogenei e complessi, che richiedono competenze specifiche e multiple.

Esigenze che cambiano e che stimolano, di conseguenza, un'evoluzione del mondo della protezione dei dati, che deve quindi gestire diversi ambienti e tecnologie, con competenze e prodotti diversi, senza contare l'innarrestabile crescita della mole dei dati, che rendono l'orientamento verso i dischi sempre più costoso.

"In un contesto di questo tipo, avere a disposizione di tecnologie di deduplica più efficaci può agevolare il problema, alleggerendo i dischi, oppure rimane l'opzione di orientarsi verso il cloud computing, creando scenari integrati di disaster recovery - continua Sticotti -. Sempre più, infatti, il business chiede ai CIO di essere veloci e tempestivi e questi, di conseguenza, necessitano di tecnologie in grado di farlo".

"Oltre al fatto che si tende a volere fare di più con meno, con tagli progressivi ai budget in mano al CIO, sui quali continuano, comunque, a gravare le necessitá delle aziende. Necessità che per i CIO comprendono affidabilitá, supportabilitá, complessitá, copertura di più piattaforme e scalabilitá, aspetto, quest'ultimo, particolarmente importante anche dal punto di vista del canale, che deve affidarsi a una tecnologia da potere offrire a un ampio range di clienti, con diverse esigenze. Mentre i timori dei business manager sono soprattutto di avere le risorse adeguate al business, con una garanzia sul fronte dei service level". 

Il panorama si complica poi con il fatto che anche le applicazioni hanno caratteristiche diverse tra di loro, ognuna con una sua criticitá, ognuna con un diverso volume di dati richiesto ed esigenze di ripristino e, dall'altro lato, le compliance di legge che obbligano il riversamento dei dati su dischi da conservare e archiviare. Insomma: si fa presto a dire backup, ma gli aspetti da tenere in conto sono tanti. Serve così una protezione che sia completa e unificata, in grado di rispettare i service level agreement richiesti, e le tecnologie disponibili sono disparate: bisogna solo scegliere quale utilizzare per risolvere il problema. 

Ed è su queste premesse che è stato presentato il nuovo Arcserve "un prodotto nuovo, totalmente riscritto in ottica cloud, e che ribadisce il cambiamento anche con un nuovo logo – riprende Sticotti -, con il quale vogliamo dare una maggiore identità al prodotto e renderlo la soluzione elettiva per il backup, per la quale abbiamo anche aggiornato il sito Web relativo. Una soluzione "aperta" che integra sia il mondo VMware sia quello hyperV di Microsoft. Tecnologie che sono disponibili ai service provider, e sulle quali oggi integriamo funzionalità di multitenancy, con una console che consente loro di gestire tutti i propri clienti, ciascuno in maniera sicura e privata, e in modalità totalmente agentless, senza quindi richiedere alcuna installazione da parte delle aziende". 

Sul fronte del supporto al canale dei partner, il vendor ha predisposto la localizzazione degli strumenti, con i portali e i documenti, anche tecnici, in lingua italiana. Ribadita l'importanza della deal registration, e di rebate crescenti in base al grado di partnership, con il 15, 20 e 25%, rispettivamente per i Registered, gli Advanced e Premier, di margine aggiuntivo al costo al distributore per chi registra il deal, oltre a versioni not for resale per uso interno per il dealer.