Capterra: per l’87% delle PMI i software sono fondamentali per la business continuity

Secondo il nuovo report del comparatore, Il 52% delle piccole e medie imprese nostrane ha dovuto acquisire nuovi software non preventivati per garantire la continuità

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a cura di Antonino Caffo

Il comparatore di software Capterra ha condotto una nuova ricerca, a maggio del 2020, per capire in che modo le PMI italiane hanno affrontato la crisi del lavoro scaturita dal Coronavirus, dal lato del software.

In precedenza, era emerso che il 59% delle aziende a livello mondiale aveva adottato il lavoro da casa come soluzione al lockdown imposto dalle autorità nazionali per contenere la pandemia. A seguito di questa esigenza gli analisti avevano domandato agli intervistati se la loro azienda avesse adottato nuovi software per poter far fronte a questa inaspettata esigenza. Il dato dimostrava che il 60% delle società aveva acquistato nuovi programmi per aiutare i dipendenti.

Il team di Capterra ha allora voluto chiedere, in una seconda indagine, quale è stato l'impatto delle nuove esigenze nel budget, rispetto a quanto già preventivato. Il sondaggio è stato condotto su 6 paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Italia ed Olanda) e ha coinvolto 2.277 intervistati provenienti da piccole e medie imprese dal 15 al 19 Maggio 2020.

Dal numero totale sono state estrapolate le risposte dei “Decision Maker”, le figure che all’interno dell’azienda ricoprono ruoli decisionali nell’acquisto di tecnologia: manager, senior manager e direttori.

Ne emerge che in Italia l’87% dei Decision Maker ha dichiarato che i software acquistati sono stati decisivi per garantire la continuità del lavoro. Il 60% di aziende ha acquistato software per aiutare i proprio dipendenti a lavorare da casa, con il 52% che ha dovuto acquisire nuovi software che non erano nello schema preventivato.

Il 30% degli intervistati ha dichiarato che la propria spesa destinata ai software ha subito un aumento compreso fra il 25% ed il 50% mentre il 26% conferma di aver anticipato l’acquisto di un semestre.

In generale, solamente il 10% dei Decision Maker italiani ha utilizzato un budget per l’acquisto di software che aveva già previsto prima della crisi, dimostrando come solo una piccola percentuale delle imprese italiane fosse pronta per permettere il telelavoro massiccio dei propri dipendenti.

L’aumento della spesa è un altro indicatore molto importante, in quanto è stata molto più consistente di quanto preventivato: un 13% ha dichiarato che il parametro ha subito una riduzione e l’8% ha utilizzato solo il budget già precedentemente allocato.

La maggioranza è stata concorde nel considerare come “essenziali” (45%) o “assolutamente essenziali” (42%) i programmi acquisiti che aiuteranno anche ad affrontare la nuova normalità in cui il mondo del lavoro e della produzione sta entrando.

Per lo specifico dell'Italia, il 39% dei responsabili dichiara che la propria azienda ha bisogno di maggior tecnologia per risolvere problemi e cercare nuove possibilità di business dato che la situazione inaspettata portata dalla pandemia ha introdotto modalità lavorative di cui sarà impossibile fare a meno in futuro.

Per questo, il 39% dei Decision Maker è concorde che la propria azienda avrà bisogno di maggior tecnologia per affrontare questi cambiamenti, con un 31% dei dichiaranti italiani che si trova già in una fase di consapevolezza e valutazione delle possibilità di acquisto di software.

Le 5 categorie di software che sono state confermate dai decision maker fra le più acquistate sono state quelle per il controllo del desktop da remoto; le piattaforme per webinar; i software per live-chat; quelli per videoconferenze; i software di collaborazione aziendale.