Cisco: la banda larga necessità per l'81% dei lavoratori italiani

Secondo il Cisco Broadband Index, la maggior parte degli italiani ritiene che sia necessario accelerare prima possibile sui piani nazionali di internet ad alta velocità

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a cura di Antonino Caffo

Il passo della trasformazione digitale si fa sempre più veloce: la più recente ricerca Cisco Broadband Index dimostra che avere un’infrastruttura in banda larga di alto livello gioca un ruolo significativo per creare società ed economie più agili, inclusive e vibranti di opportunità.

Il 78% del campione interpellato (81% per gli italiani) – composto da persone in età lavorativa, dai 18 anni in su– crede che oggi la connettività in banda larga sia una necessità; l’86% degli italiani - l’81% a livello complessivo - chiede al governo del proprio paese di chiudere il digital divide e di accelerare prima possibile i progetti per offrire a tutti un accesso a internet affidabile e ad alta velocità.

Cisco Broadband Index è una ricerca che è stata commissionata coinvolgendo oltre 13.500 rispondenti in Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e Russia. Per l’Italia il campione è di 2.001 persone.

Sono state fatte domande rispetto allo stato e alle abitudini di uso delle connessioni in banda larga domestiche, ai cambiamenti che si prevedono per il prossimo futuro e a nuove aspettative che stanno emergendo. I risultati dimostrano che in un momento in cui si stanno adottando nuovi stili di vita e lavoro il fatto che tutti possano connettersi in modo rapido e affidabile è critico per fare in modo che il rilancio sia veramente inclusivo.

Più di tre quarti del campione (79% per gli italiani, il 76% complessivamente) ritiene che la connettività per tutti sia vitale per la crescita economica e oltre la metà (il 53% degli italiani e il 54% dell’intero campione) ritiene che gli investimenti in infrastrutture broadband siano importanti quanto gli investimenti in altri servizi pubblici.

La connettività digitale, è stata descritta come “precondizione” per realizzare l’agenda digitale dell’Unione Europea e nei vari paesi i lavori al riguardo sono già ampiamente in corso.

Nonostante ciò, il digital divide si perpetua. In Italia e negli altri paesi coinvolti dalla ricerca, quasi la metà di coloro (46%, il 44% in Italia) che hanno sperimentato difficoltà di connessione durante la pandemia ha dichiarato di non aver potuto accedere a servizi critici come servizi sanitari online e educazione.

Il traffico internet ha avuto dei picchi di crescita tra il 25 e il 45% in molte aree del mondo durante la pandemia ed è rimasto a questi livelli, ma si tratta solo di un’anticipazione rispetto a quello che vedremo in futuro.

Sempre più persone stanno scegliendo la flessibilità e la libertà nel decidere come, dove e quando lavorare, e in questo contesto il 47% degli italiani interpellati – quasi la metà, una percentuale elevata se pur inferiore di alcuni punti al 55% della media complessiva – ha dichiarato di attendersi che il proprio uso di internet da casa rimanga stabile o aumenti nei prossimi 12 mesi.

Il 26% degli italiani coinvolti nello studio – e il 21% del campione generale - si aspetta di usare la rete di meno di adesso, ma senza tornare ai livelli pre-pandemia.

Riguardo ai metodi di connessione preferiti per il futuro, la fibra ottica in banda ultralarga ha ottenuto il primo posto (quasi la metà del campione italiano).

Al secondo posto (33,6% dei rispondenti italiani) è emersa una richiesta diversa: a prescindere dalla tecnologia, si vorrebbe avere accesso a internet sotto forma di servizio pubblico, fornito ovunque e in tutte le case come acqua o elettricità, dando ad ogni nucleo familiare la possibilità di accedervi proteggendosi con una propria password.

Al terzo posto il 5G come forma di connessione esclusiva (per il 19,6% del campione). Il 47% del campione complessivo afferma che sarebbe disposto a pagare di più per una connessione più sicura.