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a cura di Antonino Caffo

Il settore sanitario, così come molti altri, è in continua trasformazione. Si tratta di un cambiamento fortemente permeato dalla tecnologia. Sappiamo che i dati inerenti pazienti, terapie e statistiche sono molto più delicati di quelli prodotti e gestiti da vari settori.

Per questo, lo switch evidente altrove, qui è forse più combattuto, meno veloce e più ragionato. Lo sa molto bene Veritas Technologies, società di software fondata nel 1989 e situata a Mountain View, specializzata nella produzione di programmi per l'archiviazione dei dati.

Secondo Fabio Pascali, Country Manager Italia di Veritas: "Il cambiamento generazionale sta lasciando il posto a professionisti maggiormente sensibili ai vincoli economici e alle innovazioni tecnologiche. Inoltre, i pazienti sono più che mai connessi, tecnologicamente più maturi e richiedono un’assistenza immediata in ambito medico e ospedaliero".

Per questo, il settore sanitario, per trasformarsi, deve passare attraverso la digitalizzazione, col fine di migliorare il dialogo tra individui e personale medico. Il settore deve saper anticipare le richieste ma si notano ancora delle resistente in merito.

La causa? Muoversi verso un sistema completamente dematerializzato fa paura a chi è abituato ad avere il controllo completo del proprio sistema informativo. Inoltre, molti non conoscono le caratteristiche tecniche e i numerosi vantaggi del passaggio ad un ambiente digitale.

Ancora Pascali: "La questione chiave rimane quella legata ai dati dei pazienti. La sicurezza resta un fattore centrale, così come la certezza di avere le giuste soluzioni tecnologiche che siano in grado di raggiungere tale obiettivo. Il cloud, in pochi anni, sta gradualmente emergendo come la tecnologia più appropriata per gli operatori sanitari per affrontare queste nuove sfide. Ma cosa possiamo aspettarci da questa tecnologia?"

Il cloud è di certo una delle modalità di archiviazione più sicure in circolazione. A differenza delle soluzioni on premise permette di godere di diversi livelli di sicurezza, con una data protection garantita da meccanismi di ridondanza.

Tuttavia, è utile fare attenzione al concetto di data responsability, che coinvolge sia il cloud provider che l’azienda che detiene le informazioni. Secondo lo studio "Truth in Cloud" condotto da Veritas, il 69% delle organizzazioni crede erroneamente che la protezione, la riservatezza e la conformità siano responsabilità del proprio fornitore.

"Ovviamente non è solo così, per questo è utile scegliere soluzioni indipendenti, con cui garantire migrazioni semplici e libertà nell’indirizzare scelte future, quali il multi-cloud o il ritorno dei dati on premise" conclude Pascali, chiosando:

"L’educazione tecnologica e la collaborazione tra i vari attori incoraggerà il cambiamento nella trasformazione digitale su larga scala".