Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

In occasione della CloudConf 2018 abbiamo avuto l'occasione di incontrare Massimo Bandinelli, Marketing Manager di Aruba Cloud, e abbiamo approfittato per chiedergli un po' di informazioni sullo stato di salute del cloud in Italia. Il riscontro è stato rassicurante.

Tra il 2017 ed il 2018 ciò che è cambiato è stato rappresentato dalle richieste dei clienti - che dall'hybrid hanno iniziato a mostrare sempre più interesse per le soluzioni di disaster recovery - complice probabilmente anche l'imminente entrata in vigore del GDPR.

aruba datacentre t

Si possono individuare dei trend nelle scelte di chi si avvicina al cloud nel 2018?

massimo bandinelliDal nostro osservatorio possiamo dire che il 2017 è stato l'anno del cloud ibrido, con tantissime richieste di soluzioni miste cloud privato-infrastruttura fisica sia on premise sia nei nostri Data Center. Il 2018, invece, è iniziato all'insegna delle soluzioni di disaster recovery, business continuity e back-up.

Dall'inizio dell'anno c'è stato un boom di richieste e di progetti legati ai nostri servizi di DRaaS (Disaster Recovery as a Service), soluzione che si appoggia ad un'infrastruttura di cloud privato, così come ai servizi di Cloud Bare Metal Back-up e di Cloud Object Storage, che prevede elevati standard di sicurezza anche attraverso la criptazione dei dati.

Questa impennata di richieste è da ricondursi al GDPR, che prevede la protezione del dato fin dalla progettazione dell'infrastruttura; motivo per cui diventa indispensabile avere soluzioni di Disaster Recovery o di Back-Up affidabili e sicure, ed inoltre - visti i tempi stretti per mettersi in regola - la scelta del cloud diventa praticamente obbligatoria proprio per i rapidi tempi di deploy.

L'imminente entrata in vigore del GDPR sta modificando le scelte di chi si accosta a queste soluzioni?

massimo bandinelliInnanzitutto il GDPR pone questioni molto rilevanti in termini di protezione del dato, non solo in termini di tutela della privacy ma anche al fine di evitarne la perdita, di garantirne la disponibilità e la portabilità. In questo contesto affidarsi al cloud vuol dire affidarsi a standard di sicurezza, affidabilità, resilienza dei sistemi di livello professionale dov'è il cloud provider ad occuparsi di tutti gli aspetti infrastrutturali a cominciare dal data center. Quindi la scelta di soluzioni la cui affidabilità è certificata è indispensabile.

Altro elemento che acquisisce maggior valore è la localizzazione del dato. Nel contesto cloud, dare la possibilità al cliente di scegliere in maniera libera dove far risiedere la propria infrastruttura è un punto di forza e Aruba, con il suo network di data center in 6 paesi diversi in Europa (Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Polonia, Repubblica Ceca) risponde perfettamente a questa esigenza.

Come cambia la fruizione del cloud per una startup piuttosto che per la large enterprise?

massimo bandinelliLa startup sicuramente ha bisogno di un ambiente più agile e più versatile. Ha un'estrema attenzione ai costi e quindi privilegia piattaforme (tipicamente public cloud) che consentano di accendere e spegnere facilmente i server e comunque di pagare in modalità pay-per- use. Aruba ha un'offerta dedicata a questo segmento  - il programma WeStartYouUp - che offre fino a 50.000 euro di credito cloud alle startup.

L'enterprise, soprattutto se molto grande, ha un approccio diametralmente opposto. Ha solitamente un dato molto variegato da trattare, molte applicazioni più o meno integrate, e si affida a soluzioni più evolute che partono dal private cloud (magari in modalità hybrid per conciliare la piattaforma che hanno già), per arrivare fino a soluzioni di dedicated cloud, colocation o managed cloud, in base all'investimento che hanno fatto sul loro reparto IT interno.

In entrambi i casi il cloud deve aiutare l'azienda ad espandersi facilmente e al contempo a garantire la sicurezza e la privacy dei dati. Affidarsi ad aziende come Aruba, membro del CISPE, ma anche provider di soluzioni infrastrutturali che vanno dal public cloud, al private ad una sala dati intera e a progetti di cloud ibrido sviluppati ad hoc, diventa elemento fondamentale per supportare la crescita delle proprie piattaforme.

Global Cloud Data Center: Qual è la risposta dei vostri clienti rispetto all'ultimo nato in casa Aruba?

massimo bandinelliCon l'apertura di questo polo tecnologico, Aruba ha sicuramente rafforzato la sua leadership in Italia, occupando un posto di rilievo nel mercato enterprise e allo stesso tempo, ha occupato uno snodo strategicamente importante per fornire servizi e soluzioni nell'area del centro Europa. I clienti hanno risposto molto positivamente, andando oltre le aspettative, in quanto già gran parte del DC-A - il primo dei data center già attivato all'interno del campus - è già occupato dai nostri clienti.

Ciò significa che sia il livello dei servizi ai massimi standard, sia le certificazioni ottenute per la struttura, confermano l'affidabilità che cercano: il DC è certificato Rating 4 della ANSI/TIA 942-A e possiede inoltre la certificazione GO (Garanzia di Origine), che certifica tutte le energie utilizzate come provenienti da fonti rinnovabili.

Questo è un ulteriore aspetto che ormai sta a cuore, oltre che a noi, ai nostri partner e clienti che decidono di affidarsi alle nostre soluzioni e condividere i nostri valori.