Il networking plug & play

Allied Telesis testa la "cloud readiness" delle imprese europee e propone l'AMF (Allied Telesis Management Framework). Mentre si parla di Software Defined Networking, le aziende sono alle prese con l'aggiornamento e l'ottimizzazione della rete.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Non esiste un'unica accezione di cloud: "È percepito come virtualizzazione dell'IT, accesso a informazioni e risorse da ogni luogo e con qualsiasi dispositivo. È tutto quello che viene fornito sotto forma di servizio", spiega Antonella Santoro.

Secondo  la marketing manager di Allied Telesis, anche a causa della confusione sul concetto di cloud, manca un'impostazione strategica verso questa "rivoluzione tecnologica", che, poi, architetturalmente non è altro che "il modello client/server introdotto vent'anni fa". Il punto, evidenzia sempre Santoro, è che presso le imprese il cloud è ancora approcciato con progetti tattici.

Antonella Santoro

Nelle grandi imprese, inoltre, la rapida evoluzione verso il cloud è frenata dai vincoli imposti dagli investimenti pregressi. Soprattutto di questi tempi non è possibile sostituire tutti o gran parte degli apparati core. Ma il grosso dei vantaggi promessi in particolare dalle tecnologie SDN (Software Designed Networking) impongono scelte drastiche.

Per aiutare le imprese a ottenere reti cloud ready, Allied Telesis ha sviluppato diverse tecnologie che permettono di soddisfare i requisiti di resilienza, scalabilità e facilità di gestione identificati come basilari per il supporto del cloud.

In particolare, da tempo Allied Telesis ha portato sul mercato l'EPSRing (Ethernet Protection Switching Ring) e il Virtual Chassis Stacking (VCStack), cui si è aggiunto il LD-VCStack (Long Distance VCStack). Tecnologie che conferiscono alta disponibilità alle reti, con il vantaggio di un'architettura active-active che fornisce ridondanza senza sprechi di costi.

Chi desidera qualche informazione in più su queste tecnologie, le trova descritte un po' più in dettaglio nelle ultime pagine di questo articolo. Ma è l'ultima tecnologia lanciata da Allied Telesis che porta i maggiori benefici a chi necessita di ottimizzare la rete e cerca funzioni di auto-provisioning, pur non arrivando alla completa automazione dell'SDN, ma ottenendone alcuni importanti vantaggi.

Si tratta dell'Allied Telesis Management Framework (AMF), che abbiamo già presentato nell'articolo "Allied Telesis alleggerisce la gestione delle reti enterprise".

"L'SDN sarà adottata dalle imprese non prima di cinque anni", pronostica la Santoro, che rilancia: "Cominciando ad adottare l'AMF è possibile ottenere da subito un importante ritorno sulla gestione. Il management viene integrato nel master della rete, permettendo di disaccoppiare i costi operativi dal numero di apparati gestiti".

In altre parole, i costi di gestione diventano indipendenti dal numero di apparati, grazie a un management centralizzato e al "networking plug & play". Questo consiste nella capacità di autoconfigurazione dei nuovi nodi. Il che significa anche il recovery automatico in caso di downtime. Mentre se occorre sostituire un apparato, basta connettere i cavi nelle stesse porte del vecchio dispositivo e quello nuovo si configura da solo.Firmware e configurazioni sono sempre aggiornate, mentre le funzionalità di auto-backup, auto-upgrade e auto-provisioning, risolvono molti grattacapi operativi. Più precisamente, "con AMF si riducono i costi operativi fino al 60%", sostiene Santoro che spiega: "Risultato che abbiamo provato sul campo e che si ottiene perché si riducono viaggi e interventi, perché sono richieste competenze più basse per eseguire alcune attività, come sostituire uno switch in una filiale e, anche, perché si riduce la domanda di servizi professionali e manutenzione alle terze parti".

L'AMF è dunque l'anello di congiunzione tra le attuali reti e il futuro Software Defined Networking, che anche Allied Telesis arriverà a offrire, dichiara la marketing manager, prevenendo le insinuazioni di chi non vede l'azienda giapponese impegnata nella virtualizzazione e, anzi, rivendicando il costante lavoro in partnership con VMware.

È chiaro che, per congiungere, l'AMF deve essere basato sugli standard e che questi sono "importanti come l'interoperabilità", sostiene ancora Santoro, che aggiunge: "Come evolverà il networking in realtà nessuno lo sa per certo. Probabilmente cambierà tutto, paradigmi e vendor come fu con il client/server e l'Ethernet".

Un confronto fra le realtà installate e le potenzialità d'evoluzione si trova nella prossima pagina.