Come portare la digital trasformation in azienda

Com'è possibile abbracciare al meglio i concetti della digital transformation? Ce ne parla Alessandro Ippolito, Vice President di Oracle Italia.

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a cura di Giacomo Todeschini

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Sentiamo sempre più parlare di trasformazione digitale e di come si tratti di un qualcosa di ormai irrinunciabile per ogni azienda che voglia rimanere competitiva.
Ma com’è possibile abbracciarla nel modo corretto per ottenere più risultati possibili?

A parlarci dell’argomento, in questa puntata di Imprenditori in Video con Manabe Repici, è Alessandro Ippolito. Alessandro Ippolito è Vice President e Technology Country Leader di Oracle Italia, uno dei più grandi player mondiali del settore dell’informatica.

Nel suo ruolo, Alessandro Ippolito è chiamato a guidare le vendite e lo sviluppo di business in tutti i mercati e settori strategici, con l’obiettivo di favorire il più possibile nei clienti di Oracle quella che è la trasformazione digitale.

Grazie alla sua grande esperienza in materia, Alessandro Ippolito ci parla di quelli che sono i capisaldi della trasformazione digitale e di come sia possibile introdurla nei migliori dei modi nell’ecosistema azienda.

Le basi della trasformazione digitale

Alessandro Ippolito si occupa di Information Technology da oltre 25 anni, sebbene abbia seguito un percorso di studi in ingegneria elettrotecnica. Appena ha capito come l’informatica stesse sempre prendendo più piede ha però cambiato campo.

Una scelta che gli ha permesso nel corso del 2014 di approdare ad Oracle, dove ora rappresenta l’organizzazione technology in Italia. Il compito di Alessandro è quello di portare l’innovazione in tutti i clienti di Oracle, un qualcosa che gli da ogni giorno delle sfide sempre nuove.

La mission stessa di Oracle è poi fortemente legata alle tematiche dell’innovazione e della trasformazione digitale. L’obiettivo della multinazionale è infatti quello di aiutare le persone a vedere i dati con nuove modalità e a derivare da essi informazioni utili e opportunità.

Oracle, del resto, vuol dire oracolo e proprio in questo nome è ritrovabile l’importanza che la società ripone nei dati e nelle previsioni possibili a partire da essi. I dati sono un qualcosa di onnipresente, che inonda non solo le aziende, ma anche la vita di tutti i giorni. Non sfruttarli, come dichiarato da Alessandro Ippolito a Manabe Repici, sarebbe veramente uno spreco.

Dati che sono strettamente correlati con la digital trasformation. Ma da dove parte esattamente la trasformazione digitale? Secondo Alessandro Ippolito il punto di partenza sono le persone, una risorsa fondamentale nel processo di trasformazione.

Per conseguire la digitalizzazione, infatti, avere la giusta cultura aziendale, pronta ad abbracciare il cambiamento e a mettersi alla prova, è una condizione irrinunciabile. Bisogna quindi avere in azienda un mindset orientato al cambiamento e condiviso tra le persone.

All’incredibile importanza di questo pilastro, se ne aggiunge poi un secondo. Per fare trasformazione digitale nel migliore dei modi è infatti, come affermato da Alessandro Ippolito durante Imprenditori in Video, necessario trovare la giusta simbiosi tra tecnologia e processi.

Bisogna quindi essere in grado di analizzare la propria situazione aziendale e trovare la giusta commistione tra questi due elementi. Per farlo è anche in questo caso necessario essere pronti a mettere in discussione pratiche consolidate e non aver paura a modificarle.

L’aspetto chiave di tutto ciò è, come dichiarato da Alessandro Ippolito a Manabe Repici, che la trasformazione digitale non è un qualcosa di complesso. La vera sfida è capire il momento per integrarla nel panorama aziendale.

Un elemento fondamentale per conseguire nel migliore dei modi la trasformazione digitale è quindi la flessibilità. Flessibilità che si è rivelata fondamentale anche per affrontare tutte le sfide del lockdown.

Dopo un inevitabile e fisiologico shock iniziale, Oracle è infatti riuscita a ripartire, riorganizzando le proprie procedure e aumentando anche la produttività. Resilienza che Alessandro Ippolito ha notato anche nei clienti di Oracle, da cui è rimasto sorpreso in positivo per la grande capacità di cambiamento.

L’essere orientati sul digitale e sul cloud, del resto, permette a tutte quelle aziende che hanno fatto propria la trasformazione digitale di essere più scalabili e riuscire a rispondere meglio alle stimolazioni e ai cambiamenti di mercato.

Come facilmente osservabile, i benefici della trasformazione digitale sono quindi molti e di valore. Per sfruttarli al meglio è necessario fare prima un’attenta analisi della propria organizzazione, per comprendere meglio quali processi semplificare, digitalizzare o esternalizzare. Non cambiare di punto in bianco, ma farlo con la giusta pianificazione e intervenendo per step in modo da non interrompere la propria operatività.

Trasformazione digitale nelle PMI

Ma la digital trasformation è un qualcosa di accessibile anche alle PMI oltre che alle grandi aziende? La risposta di Alessandro Ippolito a questa domanda è decisamente positiva. Le PMI hanno infatti inoltre il vantaggio di essere più snelle e veloci, potendosi così rinnovare molto più velocemente rispetto a organizzazioni più grandi.

Sono del resto innumerevoli, come raccontato da Alessandro Ippolito a Manabe Repici, le storie di piccoli imprenditori che sono riusciti ultimamente a reinventarsi. Il tema è quello di capire come poter servire i propri clienti in un modo diverso ma ugualmente efficace, dando loro al contempo magari ancor più valore.

A venire in soccorso di questa necessità di continua innovazione sono soprattutto i dati, dati che bisogna però essere in grado di leggere per estrarne le potenzialità. Esistono fortunatamente delle tecnologie, come il machine learning, che permettono di semplificare il business in tal senso e che bisogna imparare a conoscere e di cui fidarsi.

Il messaggio finale è quindi quello che la trasformazione digitale è un qualcosa di fondamentale, che bisogna assolutamente affrontare in azienda. Bisogna però farlo in modo ragionato, senza affrettarsi e, soprattutto, senza dimenticarsi dell’importanza dell’intuito umano. Perché sì, la tecnologia è importante, ma l’aspetto umano è sempre più fondamentale.

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