Con Relicense prende vita il mercato del software usato

Sbarcata in Italia nel 2013, l'azienda tedesca mira a sviluppare il mercato italiano del software di seconda mano in ambito b2b, che offre opportunità di guadagno per le aziende, ma anche per il canale

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a cura di Paola Saccardi

Potersi liberare di licenze software in eccesso che l'azienda non usa più, per svariati motivi, è un miraggio a cui forse ancora pochi credono. Invece da Luglio 2012 è diventata una pratica legale e sempre più diffusa in seguito a una sentenza della Corte Europea di Giustizia che ha sancito la legalità del commercio del software usato.

In Italia, tuttavia, non è ancora una prassi molto diffusa, come testimonia Corrado Farina, Territory manager di Relicense, azienda tedesca presente in Italia da ottobre 2013 che fa della compravendita di software usato il suo business: "Quando mi trovo a spiegare i vantaggi di acquistare e vendere software usato la prima domanda che sento rivolgermi è: ma davvero si può fare? A quel punto devo spiegare che è possibile mostrando anche una ricca documentazione che dimostra la legalità e la massima trasparenza nel processo di trasferimento della licenza". 

Relicense AG è nata in Germania nel 2008, la nazione dove a seguito di una citazione in giudizio da parte di Oracle nei confronti dell'azienda UsedSoft, che effettuava la compravendita di software usato, il giudice tedesco ha rinviato il procedimento alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ha sentenziato la legalità di tale pratica.

Tale sentenza ha quindi acquisito validità in tutti i Paesi europei, il che, in pratica, significa che un giudice italiano deve tenerne conto nel risolvere casi simili. Da quel momento il mercato del software usato si è diffuso dapprima nel Nord Europa e ora si sta spostando anche in altri Paesi, come l'Italia.

Farina in qualità di rappresentante di Relicense ha il compito di far conoscere alle aziende italiane le opportunità derivanti da questa pratica e di gestire le operazioni sul mercato nazionale, grazie all'esperienza e alla rete di contatti che ha potuto maturare nella sua pregressa attività all'interno di Microsoft Italia. 

La società tedesca si pone esclusivamente come intermediario offrendo un'ampia documentazione a garanzia della legalità del passaggio di proprietà, verificando che le licenze vendute dai clienti siano regolari e avvalendosi inoltre "della decisione di comunicare il passaggio di proprietà  del software alla sede di Microsoft in Irlanda per una questione di trasparenza, non perché sia un atto dovuto" precisa Farina. 

Relicense tratta licenze Microsoft a volume, acquistate con contratti aziendali, e gestisce la compravendita esclusivamente in ambito b2b. Le versioni dei software a cui è interessata vanno dal 2003 al 2013, che ovviamente prevedono una percentuale di sconto, rispetto al prezzo originale, che varia a seconda dei casi.

Tra i prodotti più richiesti in Italia il manager cita Microsoft Office, Windows Server, SQL Server, Visio e Project. "Le aziende che andiamo principalmente a servire sono quelle di dimensioni medio grandi - precisa Farina - ma il settore merceologico è ampio, da quello finanziario alla grande distribuzione fino alla Pubblica Amministrazione, dove abbiamo di recente avviato una collaborazione tramite partner per lavorare con il CONSIP (la società che procura beni e servizi per le pubbliche amministrazioni - ndr) e il MEPA (Mercato elettronico della PA - ndr)".

Un business che porta vantaggi sia per chi compra le licenze a un prezzo inferiore sia per chi decide di venderle perché non più utilizzabili a causa di rinnovamenti o riorganizzazioni aziendali. "Chi compra una licenza del 2013 può avere un risparmio che va dal 15 al 20% mentre per un software del 2010 si va dal 25-30% fino ad arrivare a un risparmio del 50-60% per una licenza del 2003" precisa il manager.

Anche per il canale che si rivolge ad aziende "con un minimo di 15 postazioni a salire ci sono buone opportunità di business e siamo disponibili a valutare le singole trattative caso per caso a seconda delle possibilità che si prospettano - fa sapere Farina -. Per esempio se un partner ci dimostra di avere le capacità per offrire una consulenza completa al cliente gli lasciamo la possibilità di concludere il deal, altrimenti in caso contrario interveniamo direttamente".