Cosa sono gli Innovation Garage di Ericsson

Il gruppo ha presentato i nuovi laboratori tecnologici nati all’interno dei tre centri di Ricerca e Sviluppo di Genova, Pisa e Pagani, in provincia di Salerno

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a cura di Antonino Caffo

Ericsson ha svelato ieri gli Innovation Garage, i nuovi laboratori tecnologici nati all’interno dei tre centri di Ricerca e Sviluppo di Genova, Pisa e Pagani (Salerno). Luoghi, fisici, che hanno l’obiettivo di agevolare dipendenti, aziende, istituzioni, studenti, centri di ricerca e start-up nelle attività di co-sviluppo e testing di soluzioni innovative, a supporto delle comunità locali. Gli Innovation Garage sono tra loro interconnessi, ma ognuno si caratterizza per una competenza tecnologica specifica: il laboratorio di Genova è specializzato in latenza delle reti 5G, Pisa in robotica e Pagani in cybersecurity. Nel corso del 2020 sono già molteplici i progetti realizzati, prevalentemente in ambito healthcare, assistenza sociale e industria 4.0.

Alessandro Pane, Direttore Ricerca e Sviluppo di Ericsson in Italia, ha commentato: «Oggi un’azienda per rimanere competitiva deve collaborare con i diversi attori dell’ecosistema in cui opera, facendo ricorso a idee, strumenti e competenze sia esterne che interne. Gli Innovation Garage sono luoghi di cross-fertilizzazione e sperimentazione, dove vige un approccio collaborativo e aperto all’innovazione». La nascita degli Innovation Garage testimonia l’impegno di Ericsson in Italia, dove è presente dal 1918. La Ricerca e Sviluppo di Ericsson fa invece il suo debutto nel nostro Paese nel 1978 e oggi, con i centri di eccellenza mondiale di Genova, Pisa e Pagani, lavora allo sviluppo del 5G e all’evoluzione delle più importanti tecnologie di rete.

Negli ultimi 20 anni sono oltre 600 i brevetti prodotti dalla R&S italiana, 40 solo nell’ultimo anno. Il contributo dei ricercatori italiani è fondamentale per lo sviluppo dei portfolio Networks, Digital Services e IoT di Ericsson. Grazie ad avanzate competenze scientifiche e progettuali, in Italia nascono alcune delle soluzioni più innovative - sotto il profilo di compattezza, latenza, consumo energetico e gestibilità – adottate dai principali operatori di tutto il mondo. Tra le responsabilità italiane ricordiamo le reti ottiche di nuova generazione, le reti di trasporto, le soluzioni per il controllo e la gestione delle reti, la fotonica integrata, virtualizzazione e "cloudificazione" della Core network, soluzioni per intercettazioni legali e sistemi per la gestione automatca delle licenze.

Ericsson investe in R&S oltre il 17% del fatturato annuale globale. Con oltre 11 miliardi di euro negli ultimi tre anni, il Gruppo Ericsson è al trentunesimo posto per intensità delle attività di R&S a livello globale, salendo in ottava posizione se si considerano solo le società con sede principale in Europa. In totale, tra il 2017 e il 2019, il gruppo ha contribuito con circa 3 miliardi di euro all’economia italiana, ogni anno supportando in modo diretto, indiretto o tramite indotto, l’occupazione di circa 10 mila persone. I tre centri di R&S sono inoltre coinvolti ogni anno in oltre 25 progetti di ricerca europei sul 5G e sulle sue applicazioni.

Alcune applicazioni 5G sviluppate negli ultimi mesi riguardano il 5G VR CoDrive: progetto incubato nell’Innovation Garage di Genova e realizzato in collaborazione con l’IDAUP dell’Università di Ferrara, che consente di essere guidati in viaggi virtuali, potendo vedere, muoversi e interagire come se si fosse realmente in presenza. Poi la Robotic Remote Control, che vede Ericsson e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), collaborare nell’ambito del programma europeo 5G-TOURS, un progetto per il controllo da remoto del robot umonoide R1 dell’IIT.

Infine, Servizi eHealth e protezione della privacy, con l’Innovation Garage di Pagani che ha sviluppato un sistema conforme al GDPR basato su blockchain e che tiene traccia dei dati personali e pubblici dell’utente – proteggendo i dati sensibili come previsto dal GDPR – in modo da attivare servizi in ambito healthcare tutelando la privacy. Il progetto ha visto la partecipazione di RiAtlas, start-up dell’Università di Salerno specializzata nel monitoraggio dei pazienti da remoto tramite applicazioni che sfruttano il potenziale di AI, IoT, wearable e smartphone.