Dalle Smart City all'Agenda Digitale

Siamo fortemente in ritardo sulla digitalizzazione della PA. L'innovazione, guidata dall'Information e Communication Technology può aiutare imprese e cittadini e favorire la crescita, ma occorre seguire strategie che ci vengono dall'Europa.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Il governo italiano ha dovuto avviare da tempo lo sviluppo di un'agenda digitale, in ottemperanza agli obblighi previsti dall'Unione Europea. È una risposta indiretta a chi crede che il parlamento europeo si occupi solo di 'deliberare sulle misure delle banane'.

Certamente la standardizzazione di strumenti e procedure all'interno dell'Unione crea ingarbugliati 'gomitoli' burocratici, ma, visto le inerzie del nostro sistema legislativo e politico, è assolutamente un bene avere direttive da seguire. Sarebbe bello riuscire a svolgere un ruolo più attivo, come avviene, per fortuna, in alcuni ambiti alimentari.

Dopo un certo ottimismo raccolto allo scorso Smau di Milano, in ottobre, quando sono stati espressi tanti buoni propositi e presentate diverse best practice promettenti, ci siamo ritrovati in una crisi di governo e una campagna elettorale in cui si è parlato troppo poco di fatti.

L'impulso allo sviluppo che allora promettevano l'atteso decreto 'Cresc'Italia' e anche l'Agenda Digitale si è in parte smorzato a causa del clima d'incertezza che, all'indomani delle elezioni è stato ulteriormente 'peggiorato'. Per la verità, quasi dietro le quinte, il governo ha continuato a lavorare e qualche provvedimento deciso è stato anche realizzato (si veda Spinta verso l'internazionalizzazione delle Pmi).

In attesa che si ritorni ad avere un governo con un programma e una maggioranza per attuarlo nell'arco legislativo previsto di cinque anni, diventa importante l'impegno della società civile, intesa anche come 'mercato' dell'innovazione, affinché i progressi fin qui realizzati non vengano sprecati e, anzi, siano valorizzati per proseguire su un tracciato di 'efficientamento'.