Dynatrace, la nuova corsa all’innovazione digitale

Abdi Essa, Regional Vice President, UK&I di Dynatrace evidenzia come le organizzazioni di tutte le dimensioni siano costantemente impegnate a creare nuove esperienze digitali

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a cura di Antonino Caffo

IDC prevede che entro il 2023 l’economia globale raggiungerà la “supremazia digitale”, con più della metà di tutto il PIL mondiale generato da prodotti e servizi di imprese che si sono trasformate digitalmente. Nel continuo viaggio verso questo futuro che vede il digitale al primo posto, è essenziale innovare più velocemente degli altri: nessuna organizzazione vuole essere lasciata a terra mentre i concorrenti superano la stratosfera.

Tuttavia, molte organizzazioni fanno fatica a rendere l’innovazione digitale una priorità. Più della metà dei CIO afferma infatti che i team IT non sono mai in grado di completare tutte le attività che l’azienda richiede loro a causa della quantità di tempo che viene sprecata semplicemente “mantenendo i sistemi attivi”.

Prima che le organizzazioni possano lanciarsi verso nuovi orizzonti digitali, è essenziale, per il successo, che l’innovazione si fondi su basi solide. Questa base deve essere costruita su team IT ben organizzati, strettamente allineati con il business e che lavorino per una serie ben definita di obiettivi e risultati desiderati. Gartner prevede infatti che il 50% delle organizzazioni sperimenterà una maggiore collaborazione tra i team business e IT entro il 2022.

Come aprire la strada alla nuova “corsa allo spazio” dell’innovazione digitale? Ecco il pensiero di Abdi Essa, Regional Vice President, UK&I, Dynatrace. «Il problema è che i team IT e di business digitali spesso si affidano a una tale moltitudine di strumenti per monitorare diversi aspetti dell’ambiente IT e gestire l’esperienza utente che è diventata un’impresa significativa avere un’immagine chiara di ciò che sta accadendo in tutta l’azienda».

«In quanto tale, la collaborazione tra team è molto difficile da ottenere, con diversi gruppi che esaminano diversi set di dati e la propria versione della “verità”. Colmare queste lacune e consentire ai team di lavorare in un più stretto allineamento sta diventando un imperativo cruciale e in questo settore sono già stati fatti sforzi significativi».

Consentire una maggiore collaborazione tra i team di per sé non affronta il problema principale che impedisce alle organizzazioni di realizzare le proprie ambizioni digitali. «I team IT sono ancora troppo limitati e semplicemente non hanno abbastanza tempo per portare a termine tutte le attività che gravano sulle loro spalle. Per ovviare a questo problema, le organizzazioni dovrebbero cercare di automatizzare le attività quotidiane ripetitive che portano via così tanto tempo».

Esiste chiaramente un potenziale significativo per ridurre i carichi di lavoro manuali in questo modo: Gartner prevede che il 69% del lavoro di routine attualmente svolto dai manager sarà completamente automatizzato entro il 2024, quindi i team saranno liberi di concentrarsi su nuovi progetti di innovazione.

«Permettere una maggiore automazione negli odierni ambienti cloud dinamici e su scala web può essere particolarmente impegnativo, data la difficoltà di mantenere l’osservabilità: non è possibile automatizzare ciò che non si può vedere. Per cominciare, i team IT hanno bisogno della capacità di analizzare continuamente e automaticamente l’intero ambiente, comprese le applicazioni, i microservizi e l'architettura serverless».

«Questo garantirà che possano mantenere l’osservabilità nel loro ambiente. Tuttavia, non è sufficiente acquisire semplicemente i dati di osservabilità: i team devono anche essere in grado di analizzarli in tempo reale e comprenderli in un contesto completo, in modo da poter ricavare intuizioni fruibili che possono essere utilizzate per automatizzare i processi».

Ciò può essere ottenuto solo con un modello di dati unificato che combina metriche IT e aziendali e AI deterministica in grado di interpretare immediatamente la causa principale di eventuali anomalie e offrire risposte automatizzate per risolverle. Questo significa potersi concentrare su iniziative di ampio respiro che generano valore per l’azienda e i propri clienti, lasciando che l’AI si occupi dei processi di routine.

«Una azienda che sta sfruttando questo approccio per supportare l’innovazione continua è ERT, uno sviluppatore di applicazioni che sono state utilizzate dai ricercatori medici nel 75% di tutti gli studi clinici approvati dalla FDA nel 2019».

Le soluzioni di ERT sono fondamentali per la capacità dei suoi clienti di creare trattamenti e vaccini nuovi e potenzialmente salvavita da commercializzare più rapidamente. ERT ha utilizzato l’osservabilità per automatizzare i suoi processi DevOps, riuscendo così ad accelerare la consegna di nuove applicazioni, passando da una media di sei settimane a sole quattro settimane. «ERT utilizza anche l’automazione e l’intelligenza artificiale per attivare carichi di lavoro autoriparanti, riducendo i tempi di sviluppo e garantendo i più elevati standard di qualità e precisione».

Mentre la nuova corsa allo spazio continua, emergerà il divario crescente tra coloro che sfruttano l’AI per automatizzare i processi e coloro che non lo fanno. «IDC prevede che la spesa mondiale per l’intelligenza artificiale dovrebbe raddoppiare in quattro anni, raggiungendo i 110 miliardi di dollari entro il 2024, il che dà un’idea di quanta attenzione viene posta su queste tecnologie. Adottando misure per adattarsi ora, le organizzazioni possono mettersi in una posizione decisamente migliore per essere tra le prime a piantare una bandiera sulla base dell’innovazione digitale appena scoperta».