Tra i problemi che si affrontano quotidianamente in aziende che sono sempre più mobili ci sono il come gestire i volumi crescenti di dati che un dipendente deve portare con sé nel corso delle sue attività quotidiane e la sicurezza degli stessi.
Sono problemi che derivano da una serie di fattori pratici. Il primo è che le generazioni di dispositivi mobili si susseguono con un andamento che si ostina a non essere in linea con i tempi di ammortamento di un investimento aziendale, soprattutto se si parla di decine o centinaia di dispositivi.
Il secondo è che molti di questi dispositivi non sono espandibili con memoria interna, sia per difficoltà fisica che per scelta del produttore, ovviamente interessato ad una sostituzione frequente dei dispositivi piuttosto che ad un loro aggiornamento in field.
Ma, come anticipato, maggiore è il volume di dati memorizzati in un dispositivo mobile maggiore è il rischio che un'azienda corre in termini economici e di responsabilità del suo management se il dispositivo va perso o viene attaccato da hacker che riescano ad impossessarsi del suo contenuto.
Se cambiare un dispositivo perché la sua capacità di memoria è satura risulta antieconomico, lo è anche sotto il profilo della sua gestione, perché generalmente richiede che si adegui il software di controllo centralizzato, che si affrontino possibili impatti su altro software residente nel dispositivo perchè non è detto vi sia compatibilità al 100% tra un dispositivo o una versione ed un'altra, eccetera.
Anche quando la cosa è descritta dal produttore come "automatica e trasparente" la realtà di solito è poi ben diversa e suggerisce di diffidare.
Ma se si è con la classica acqua alla gola e nel proprio dispositivo mobile non ci entra più neppure più un byte e i dipendenti iniziano a tempestare il responsabile dei sistemi informativi di richieste di sostituzione che cosa si può fare?
La soluzione l'ha ideata SanDisk e consiste semplicemente (si fa per dire), nel fatto che se non si può aggiungere memoria interna, si può sempre aggiungere memoria esterna.
Il dispositivo iXpand Flash Drive ideato dalla società, ha spiegato Alessandro Caruso, country sales manager per l'Italia di SanDisk, risolve di un colpo sia il problema della capacità che della sicurezza.
L'unità dispone di due connettori USB 2.0 che permettono anche di trasferire i dati ad alta velocità da un dispositivo all'altro, ad esempio tra iPhone, iPad e computer Mac.
Ma in primis, con tagli di capacità di 16, 32 e 64 GB permette di incrementare la capacità di archiviazione di dati su iPhone e iPad e ritardarne l'obsolescenza, se non fisica, perlomeno come strumento utilizzabile per il proprio business.
L'altro problema sopra accennato è quello della sicurezza. Per rispondere all'equazione "più dati più rischi" SanDisk ha incorporato nel dispositivo un software che permette di realizzare l'encription dei dati che vengono movimentati da/per l'esterno in modo da effettuare un trasferimento sicuro dei dati. Il software SanDisk Secure Access realizza la protezione tramite password e una crittografia AES a 128 bit.
Non ultimo, al suo interno contiene anche una batteria ricaricabile automaticamente quando iXpand Flash Drive è connesso ad una porta USB.