Google, Microsoft e la guerra dei brevetti: è scoppiata la tregua

Google e Microsoft mettono fine alle cosiddette "patet wars" almeno tra di loro e per quanto riguarda i 18 procedimenti per infrazione di brevetto ancora in corso. I due inoltre hanno dichiarato che collaboreranno insieme in aree comuni che porteranno indubbi benefici agli utenti.

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a cura di Alessandro Crea

C'erano una volta le "Patent Wars", le guerre tra colossi industriali per infrazioni, vere o presunte, su alcuni brevetti di proprietà, situazioni utilizzate di volta in volta per colpire o difendersi da un competitor diretto. Del resto si sa, quando il mercato inizia a essere affollato, la visibilità diminuisce e i profitti calano, bisogna iniziare a sgomitare, a torto o a ragione.

Tuttavia quei tempi sembra stiano andando definitivamente in soffitta: dall'arrivo di Tim Cook alla Apple ad esempio, l'azienda di Cupertino è divenuta molto meno propensa a trascorrere del tempo nei tribunali di mezzo mondo a scontrarsi col suo principale avversario, Samsung, mentre per quanto riguarda questa news, Google e Microsoft hanno finalmente deciso di mettere la parola fine ai 18 provvedimenti ancora in corso.

patent wars

Sono cambiate le condizioni di mercato? È scoppiata la pace? Non possiamo dirlo con certezza, e le stesse aziende sono prudenti e guardinghe, Microsoft in particolare ha dichiarato che la decisione non escluderà eventuali future cause legate ad altre infrazioni, ma al di là delle frasi di rito, si può sperare: i due colossi infatti hanno dichiarato che collaboreranno su alcune questioni riguardanti specifici brevetti, sostenendo in generale che lavoreranno insieme in aree comuni che porteranno indubbi benefici agli utenti.

Nel mentre ci si augura che in futuro i fondi, ingenti, assorbiti da queste cause, possano essere utilizzati in maniera più proficua nel settore ricerca e sviluppo, bisogna anche riflettere sul fatto che molti di questi problemi, soprattutto negli Stati Uniti, si verificano a causa di leggi non esattamente chiare, sulle quali bisogna augurarsi dunque che prima o poi il legislatore decida di intervenire per definire con più precisione diritti, ambiti e responsabilità.