Gruppi di continuità: made in Italy salvaguardato

La fusione tra Astrid Energy Enterprises, specializzata negli accumulatori e apparati per il fotovoltaico, e Borri. attiva nella produzione di gruppi di continuità destinati ai settori dell'oil and gas, energy e ICT, salva posti di lavoro in Italia e crea una nuova realtà che esporta il 90% della produzione.

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a cura di Gaetano Di Blasio

La continuità dei data center, come quella di impianti industriali critici per l'operatività di tutte le imprese, quali quelli nell'ambito dell'energia e dell'oil e gas, può oggi contare su una nuova realtà italiana, nata dalla fusione per incorporazione di Astrid Energy Enterprises in Borri, con la denominazione finale di Borri Spa.

Le due aziende appaiono molto complementari, essendo specializzate in ambiti distinti: in particolare, Astrid è specializzata nella produzione di gruppi di continuità e apparati per il settore fotovoltaico, mentre Borri è storicamente impegnata nei settori dell'oil and gas, dell'energia e ICT (Information e Communication Technology).

Borri è una realtà internazionale basata in Toscana

Grazie alla sinergia risultante da quest'operazione finanziaria e come coronamento di un processo di integrazione industriale iniziato da qualche tempo, Borri, unendo i livelli tecnologici e i brevetti posseduti delle due realtà aumenta considerevolmente la sua capacità competitiva portando il made in Italy nella fascia più elevata della competizione internazionale del settore.

Va al riguardo segnalato che entrambe le due realtà risultavano esportare oltre il 90% della loro produzione.

La crescita di esperienza e competenza tecnica realizzata mediante questa operazione permetterà di potenziare la peculiare capacità di eseguire internamente tutto il processo di realizzazione del prodotto: dagli studi preliminari e la progettazione, sino alla produzione e all'assistenza post vendita.

Come evidenziano i responsabili della nuova realtà, queste competenze rendono Borri, una delle poche realtà a livello mondiale in grado di personalizzare soluzioni per i propri clienti.

La nuova società conta migliaia di installazioni in tutto il mondo e annovera tra i clienti importanti aziende italiane quali Enel, Terna, FS/RFI, istituzioni internazionali di grande prestigio, quali il CERN di Ginevra, e gruppi internazionali quali AGIP, Petrofac, Cairn India, China Petroleum.

In seguito alla fusione, la nuova Borri prevede di realizzare nel 2014 un fatturato complessivo di circa 60 milioni di euro, con un organico di circa 180 dipendenti diretti e un indotto, composto per la maggior parte di ditte toscane, di ulteriori 100 persone.

L'operazione è indotta dalla concentrazione del mercato in atto già da qualche tempo, come spiega Fausto Beoni, CEO di Borri Spa: "Le società che operano nel settore sono ormai poche aziende multinazionali. Con quest'operazione Borri intende rafforzare la presenza della realtà industriale italiana in uno scenario dominato da grandi aziende straniere tenendo alta la reputazione del made in Italy".

Alla riduzione degli attori, si è inoltre aggiunto un incremento della competizione, che ha portato diversi attori a delocalizzare la produzione in paesi dai costi industriali più bassi. La crescita di massa critica, grazie alla fusione, "rende possibile proseguire nella tradizione che accumuna storicamente le due aziende e che vede la produzione confinata al territorio nazionale", conclude Beoni.

Vittorio Gremoli, vice presidente di Borri Spa, evidenzia un ulteriore vantaggio della fusione: "Uno dei nostri obiettivi è il potenziamento della ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. La razionalizzazione della struttura commerciale in Italia e all'estero con la presenza coordinata dei marchi di proprietà Borri e Astrid ognuno dedicato a specifiche linee di prodotto ha una caduta positiva per il territorio nazionale".