Hacker supercattivo: in tre mosse alla conquista di Internet

Attacchi DDoS, ricatti online e altre malignità realizzabili con tecniche in cloud. È più facile diventare un supercattivo di Internet che di un fumetto.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di di Roland Dobbins, Principal Engineer ASERT Team di Arbor Networks, che ripercorrendo i meccanismi narrativi dei fumetti americani e dell'ondata di film che ne vengono ricavati, illustra come possa essere facile attuare attacchi, in particolare di tipo DDoS su Internet e mettendo in guardia contro azioni come quelle attuate dalla sigla DD4BC.

Non esiste fumetto o graphic novel in cui vi sia alcunché di immutabile: buoni e cattivi non scompaiono mai veramente ma in un modo o nell'altro tornano sempre sulla scena o vengono riproposti in versioni profondamente o lievemente diverse all'interno di linee temporali alternative e così via. L'universo cinematografico Marvel, comprendente finora i film dedicati a Capitan America, Thor, Hulk, Iron Man e agli Avengers, ne è un buon esempio. DC sta facendo lo stesso con Flash e Green Arrow, mentre nuove incarnazioni di Batman e Superman combatteranno tra di loro in un blockbuster che dovrebbe uscire il prossimo anno.images?q=tbn:ANd9GcQfFLa1J3OLrnNH7GOphq yKhTXLXrXxEpp ev29CtHgly2g99wyA

Queste nuove varianti di vecchie storie proliferano nelle differenti versioni di ciascun personaggio: variazioni sui medesimi temi istantaneamente riconoscibili da parte dei vecchi fan e facilmente memorizzabili da parte di quelli nuovi. La rivisitazione della storia dell'origine di Iron Man dovuta a Tony Stark nel primo film dell'omonima serie ne è un esempio; l'origine del supercattivo Mystique nella serie dei film X-Men ne è un altro.

Ciò non significa che non vi sia dell'innovazione. Frank Miller, con il suo "Ritorno del Cavaliere Nero", ha spostato radicalmente la percezione di Batman da parte del pubblico dal paradigma di commedia degli anni Sessanta diffuso dalla serie televisiva dell'epoca, verso un'interpretazione molto più dark della sofferta trasformazione di Bruce Wayne in Batman nel corso di due (presto saranno tre) rifacimenti successivi del ritratto cinematografico di questo supereroe.

I Watchmen di Alan Moore hanno abilmente sovvertito le comprovate formule dei supereroi e delle loro nemesi supercattive trasformando gli uni negli altri in una serie di inversioni di personaggi che sono tra le più forti e memorabili mai ritrovate in qualunque forma di letteratura. Con Marvels, Alex Ross e Kurt Busiek ci hanno riportato all'epoca degli albori di molti dei principali supereroi Marvel offrendoci un punto di vista assai diverso da quello consueto con la conseguenza di alterare significativamente la percezione delle storie e del significato di questi personaggi. Ross e Mark Waid hanno fatto lo stesso con Superman, Wonder Woman e Capitan Marvel (insieme con diversi altri personaggi pressoché dimenticati) nella serie DC Kingdom Come.X Men

Dopodiché è arrivato Mark Millar, e ha sovvertito tutto quel che credevamo di conoscere circa la dicotomia supereroe/supercattivo nel suo milieu 'Millarworld' oltre che in alcune serie Marvel e DC più affermate. Millar ha fatto uso di molti degli stessi concetti base con personaggi e situazioni di genere più estremo, portando a risultati familiari nel tema ma estremamente diversi in quanto a dettagli.

A seconda delle inclinazioni e sensibilità di ciascuno, le somiglianze tematiche e archetipali tra le storie narrate da fumetti e graphic novel da una parte e lo stato della sicurezza di numerose risorse e reti connesse a Internet dall'altra possono risultare divertenti, deprimenti o stranamente interessanti. O una qualche combinazione di tutte e tre.