I 5 passi per muoversi nell'era digitale

Entrare nell'era digitale richiede sia tecnologie adeguate che una predisposizione aziendali. Vediamo i cinque passi per farlo suggeriti da un esperto

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a cura di Giuseppe Saccardi

Si fa presto a dire a un'azienda, come fanno molti ricercatori  il cui  fine reale viene in molti casi il sospetto sia quello di vendere consulenze, che se vuole avere successo deve  diventare digitale, il problema è da dove partire, che strade intraprendere, con che tempistica e con chi, non ultimo con che budget. Un insieme di variabili da far venire il mal di testa anche al più temprato degli IT manager.

In ogni caso, qualunque sia il fine reale del propositore, volto ad aiutare il budget dell'azienda o il proprio, nell'assunto c'è del vero e qualunque sia l'obiettivo reale di chi lo suggerisce il passaggio al digitale apre la strada a nuovi modi di fare business e a nuovi mercati, oltre che aprire la strada a razionalizzazioni aziendali e allo spostamento  da un approccio agli investimenti nell'IT basato sul Capex ad uno centrato sull'Opex.

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L'era digitale, con la mobility, il cloud e l'IoT è sempre più pervasiva

Il dato di fatto è che non mancano le aziende che già hanno intrapreso la strada di una forte digitalizzazione con risultati positivi.

Quello che si può quindi affermare senza tema di smentita, al massimo si può discutere e battagliare sui numeri, sui tempi di ritorno dell'investimento, sul grado di miglioramento dell'efficienza,  sul tasso di incremento del fatturato e della fidelizzazione dei clienti, è che  l'era del digitale è arrivata.

Anche se, va pur detto, non mancano le realtà aziendali che faticano ad adattarsi a questa trasformazione perché non riescono a comprendere pienamente il valore delle nuove tecnologie e i cambiamenti positivi che possono determinare, oppure li percepiscono ma non riescono a valutarli adeguatamente, il che di solito finisce con il far posporre una scelta che può essere strategica.

Tra chi condivide l'opinione sopra espressa va annoverata anche quella di un partner di Ernst & Young che in un'intervista ha sottolineato come i rischi e le paure in termini di sicurezza, uniti a un sostanziale conservatorismo nel modo di pensare, frenino alla data in modo consistente la transizione delle aziende verso il digitale.

Il cambiamento resta comunque rapido e inarrestabile. Le nuove tecnologie, osserva la società, abiliteranno una "integrazione orizzontale e verticale" sempre maggiore tra le diverse funzioni di business e, evidenzia sempre Ernst & Young, l'avvento dell'Internet of Things e di tutti i dispositivi smart iper-connessi rappresenterà la chiave per lo sviluppo di nuovi servizi e modelli di business che guideranno l'era del digitale.

Gary Newe

Gary Newe

Tornando all'assunto, e con l'aiuto di  Gary Newe, Technical Director di F5 Networks, diamo una rapida scorsa  a quello che il manager suggerisce alle aziende affinché possano cogliere appieno le potenzialità del cambiamento in atto. Cinque i punti di rilievo:

  • Identificare con precisione le proprie esigenze: Definire con esattezza quali sono le aspettative rispetto a un progetto di trasformazione digitale è fondamentale perché aiuterà l'azienda a determinare quale sia l'obiettivo finale che si vuole raggiungere e a mettere in pratica le strategie migliori per conquistarlo.

  • Visione app-centrica: L'intelligence dell'azienda oggi e sempre più domani risiede nelle sue applicazioni, che costituiscono una base imprescindibile per le attività di tutta l'organizzazione. Fondare la trasformazione digitale sulle applicazioni che saranno utilizzate permette di dare un senso all'intero processo.  Inoltre, adottare una prospettiva app-centrica rappresenta la soluzione migliore per mantenere il controllo del mondo digitale, in cui i diversi dispositivi, le persone e luoghi entrano tutti in gioco.

  • Sicurezza garantita: La sicurezza è un aspetto basilare nell'era del digitale, e un approccio app-centrico da questo punto di vista rappresenta un aiuto prezioso. Proteggere le proprie applicazioni vuol dire  salvaguardare anche i dati, perché, come è proprio nelle app che oggi risiede l'intelligence di buona parte delle aziende. Nell'era del digitale, però, le applicazioni sono ovunque – sia sui dispositivi sia nel cloud – e questo comporta che vengano protette indipendentemente da dove risiedono.

  • Col Cloud  flessibilità e adattabilità: Il cloud è una componente chiave della trasformazione in atto perché rappresenta il collante che lega insieme tutto. Il cloud, infatti, permette di ottenere non solo la flessibilità che l'era del digitale richiede, ma anche l'agilità, la scalabilità e la velocità necessarie per affrontare il nuovo scenario digitale. 

  • Pensare in modo "digital-first": Quest'aspetto può rivelarsi uno dei più difficili da mettere in pratica, osserva il manager, e non è di certo difficile essere d'accordo con lui. Cambiare la cultura di un'azienda non è facile, ma in molti casi un aiuto può arrivare "dal basso", perché buona parte dello staff potrebbe già essersi messo in gioco nel processo di trasformazione, ancor prima che questo venga adottato e promosso a livello aziendale, vedasi il  paradigma BYOD, che  ha portato in non pochi casi le aziende a cambiare  alla radice la spropria strategia per la mobility.

A tutti questi suggerimenti il manager aggiunge una considerazione finale. È evidente che l'IT svolge oggi e avrà in futuro un ruolo sempre più importante nell'aiutare le aziende ad affrontare la transizione al digitale, e lo deve fare a partire dall'educazione sulle nuove tecnologie e sul loro utilizzo, fino a garantire una gestione sicura e consapevole di tutti gli aspetti che questa transizione coinvolge.