I CEO italiani tra insostenibilità economica e rischi geopolitici

Secondo Pwc, il 45% dei CEO italiani ritiene che la propria azienda non sarà economicamente sostenibile entro i prossimi 10 anni.

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a cura di Dario Orlandi

PwC ha pubblicato il suo ventiseiesimo Annual Global CEO Survey, realizzato intervistando 4.410 CEO (di cui 112 italiani) in 105 Paesi; quasi due terzi dei CEO italiani (63% vs 73% a livello mondiale) prevedono un calo della crescita economica globale nei prossimi 12 mesi.

Il 45% dei CEO italiani ritiene che la propria azienda non sarà economicamente sostenibile entro i prossimi 10 anni se continuerà a svilupparsi secondo i modelli attuali, rispetto al 40% a livello globale.

La preoccupazione per l'insostenibilità economica è comune tra i CEO di diversi settori, tra cui telecomunicazioni, manifatturiero, sanitario e tecnologico.

A livello mondiale, la fiducia dei CEO nei confronti delle prospettive di crescita della propria azienda è diminuita rispetto allo scorso anno, rappresentando il calo più significativo dalla crisi finanziaria del 2008-2009.

Le economie G7, fortemente colpite dalla crisi energetica in atto, sono più pessimiste nei confronti delle proprie prospettive di crescita nazionale rispetto all'andamento dell'economia globale.

Per i CEO italiani, le sfide più impattanti per la redditività aziendale saranno le modifiche alla regolamentazione, i cambiamenti nella domanda dei clienti, la carenza di competenze, la technology disruption e la transizione verso nuove fonti energetiche.

Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia, ha commentato: “La consapevolezza dei CEO italiani sulle sfide che li attendono è diversa rispetto al passato e questo li rende più reattivi. Hanno compreso l’importanza di concentrarsi per fronteggiare le sfide di oggi, che derivano da scenari più articolati e instabili rispetto ad un tempo”.

Tra inflazione e rischi geopolitici

I CEO italiani considerano l'impatto della crisi economica come la loro principale preoccupazione, con l'inflazione e la volatilità macroeconomica in cima alla loro agenda nei prossimi 12 mesi.

Nei prossimi cinque anni i rischi informatici, i conflitti geopolitici, la volatilità macroeconomica e il cambiamento climatico sono tra le maggiori preoccupazioni.

La guerra in Ucraina e le criticità geopolitiche hanno portato i CEO italiani a riconcepire alcuni aspetti dei propri modelli di business, ad esempio, integrando una gamma più ampia di scenari di disruption nella pianificazione operativa, aumentando gli investimenti in sicurezza informatica e privacy dei dati, diversificando la propria offerta di prodotti e servizi, rivalutando la propria presenza sul mercato o adeguando la supply chain.

I CEO italiani stanno cercando di tagliare i costi e stimolare la crescita dei ricavi in risposta all'attuale clima economico. Il 62% dei CEO italiani ha diversificato l'offerta di prodotti e servizi, il 57% ha rivisto la propria politica commerciale e il 55% ha ridotto i costi operativi.

Tuttavia, la maggior parte non prevede una riduzione dell'organico nei prossimi 12 mesi e la quasi totalità non taglierà la remunerazione del personale per trattenere i talenti e mitigare i tassi di abbandono.

Gestire il rischio climatico

Il cambiamento climatico è una delle principali preoccupazioni, con un impatto stimato sui profili di costo aziendali, sulle supply chain e sulle immobilizzazioni materiali.

La maggior parte dei CEO italiani ha già messo in atto o intende farlo iniziative per perseguire l’innovazione con prodotti e processi nuovi e rispettosi del clima, per ridurre le emissioni delle proprie aziende e per sviluppare una strategia basata sui dati per mitigare i rischi climatici.

In tema di riduzione delle emissioni, solo il 22% delle aziende italiane ha già sviluppato una strategia in merito, ma una quota più alta di CEO italiani dichiara di aver avviato progetti in tal senso.

I CEO italiani riconoscono la necessità di collaborare con stakeholder diversi per creare fiducia e garantire risultati duraturi. La scelta di collaborare con organizzazioni senza scopo di lucro è finalizzata all'affrontare tematiche come lo sviluppo sostenibile, l'istruzione e la diversità, equità e inclusione.

Per rimanere economicamente sostenibili, le aziende devono investire in trasformazione tecnologica e nel proprio capitale umano, attraverso l'automazione di processi e sistemi, tecnologie avanzate e programmi di formazione.

Nonostante ciò, i CEO si interrogano sull'empowerment organizzativo e l'imprenditorialità, e solo una minoranza afferma che i leader della propria azienda prendono decisioni strategiche in autonomia e che tollerano i fallimenti su piccola scala.