È basato sull'analisi dei lavoratori Usa lo studio annuale di TeamViewer "Work/Life Balance Index" ma è possibile riconoscere facilmente abitudini tipiche anche del nostro Paese.
In vacanza si, ma pronti a lavorare, a leggere le e-mail del capo e a rispondere prontamente, anche dalla spiaggia, ai messaggi che ci riportano al mondo del lavoro.
Lo studio è stato condotto online negli Stati Uniti dal 25 al 27 giugno 2013 e ha preso in esame un campione di oltre 2mila adulti americani di età superiore ai 18 anni, di cui la metà costituita da dipendenti a tempo pieno, part-time e/o lavoratori autonomi.
Lo studio ha rilevato che il 61% degli intervistati prevede di lavorare durante le vacanze estive, rispetto al dato del 52% emerso in uno studio analogo eseguito l'anno scorso, e ha intenzione di portare con se fino a 3 dispositivi, privilegiando lo smartphone (40%), il computer portatile (39%), il computer desktop (24%) e il tablet (18%).
Dispositivi più utilizzati per lavorare in vacanza
Le attività che si prevede si svolgere sono le seguenti:
Leggere le email di lavoro (38%), accedere per motivi di lavoro a documenti che risiedono sul computer aziendale o di casa (32%), ricevere telefonate di lavoro (30%), ricevere messaggi di testo di lavoro (24%), svolgere un lavoro richiesto dal proprio capo, da un cliente o da un collega (20%).
Nonostante l'83% riconosca che lavorare durante le vacanze stia diventando un'attitudine sempre più frequente in America, la grande maggioranza non è contenta di farlo.
È interessante notare l'analisi sulla reazione che espressa dall'89% degli intervistati di fronte a una richiesta del proprio capo di lavorare durante le ferie. Solo il 22% direbbe di no, il 13% spegnerebbe il proprio dispositivo e ignorerebbe la richiesta e l'11% farebbe finta di non aver visto l’email o il messaggio in arrivo.
A questi si aggiunge un 3% che urlerebbe e un 3% che si licenzierebbe: una percentuale, quest'ultima, che in Italia si trasformerebbe probabilmente solo in un 6% che urlerebbe.