I lavoratori si preparano ad affrontare una crisi economica

Il rapporto Global Talent Trends di LinkedIn mette a fuoco gli andamenti più interessanti nel mercato del lavoro.

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a cura di Dario Orlandi

LinkedIn ha pubblicato la consueta ricerca Global Talent Trends, che analizza i dati della piattaforma e la community degli utenti per ricavare informazioni sulle tendenze nel mercato del lavoro che impattano candidati, dipendenti e luoghi di lavoro.

Il primo dato che emerge dall’analisi è la frenata delle nuove assunzioni: il tasso si è infatti ridotto in tutti e 15 i Paesi presi in esame. L’Italia fa segnare uno dei valori meno negativi, a parimerito con la Francia, con un decremento che si limita al 4% rispetto allo scorso anno.

In fondo alla classifica si trovano grandi nazioni come India e Brasile, con tassi di decrescita del 18% e del 15% rispettivamente. Notevole in negativo è anche il dato relativo agli Stati Uniti, che fanno segnare -13%.

Karin Kimbrough, Chief Economist di LinkedIn, ha commentato: “Quest’anno osserviamo un ritmo di crescita più lento, ora che l’economia sta tornando con i piedi per terra dopo la crescita fulminea registrata l’anno scorso, in una delle riprese più rapide a cui abbiamo mai assistito.

In questo contesto di incertezza, prevediamo un’ulteriore decelerazione delle assunzioni dai picchi storici dell’anno scorso”.

Fiducia in calo

Anche i lavoratori sentono il peso di un quadro economico che si sta deteriorando; LinkedIn ha misurato la fiducia da parte dei lavoratori di poter migliorare la situazione finanziaria, sintetizzato nel Workforce Confidence Index. Il dato peggiore proviene dal Regno Unito, con un -10 a cui contribuiscono probabilmente anche la difficile situazione economica e politica locale.

Anche in Germania la fiducia sta diminuendo: il valore misurato è un significativo -7, peggiore rispetto al sentimento diffuso negli Stati Uniti (-5). In leggera controtendenza si segnalano soltanto i Paesi Bassi (+1) e l’Australia (+2).

LinkedIn analizza poi le priorità dei candidati nella valutazione delle offerte di lavoro: in prima posizione si colloca naturalmente la retribuzione, ma poi rimangono ben presenti anche altri aspetti che sono emersi in maniera molto prepotente durante la pandemia, come l’equilibrio tra vita professionale e personale e la flessibilità nelle condizioni di lavoro.

Queste esigenze però sono recepite sempre meno dai datori di lavoro: le offerte di lavoro remote sono diminuite dal 20 al 14% da febbraio a settembre 2022, ma hanno attirato una parte consistente delle candidature, addirittura cresciute dal 50 al 52% del totale nello stesso periodo.

L’ultimo dato interessante che emerge dalla ricerca è la capacità di mantenere in azienda i talenti: uno dei fattori chiave è la mobilità interna, che aumenta la probabilità di “retention” del 12% (dal 75 all’87%) il primo anno, e addirittura del 19% il secondo e terzo anno.