Verso un modello di sviluppo Agile

Rilasciata in forma ufficiale la piattaforma BlueMix che mette a disposizione una soluzione PaaS per velocizzare la realizzazione del software avvalendosi servizi cloud IBM DevOps

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a cura di Riccardo Florio

Verso un modello di sviluppo Agile

Il General Manager di IBM Rational ha ripercorso le tappe che hanno segnato l'evoluzione del processo di sviluppo.

A partire dagli anni ottanta con il modello di sviluppo a cascata caratterizzato, secondo il manager, da rigidità e ritardo nell'ottenimento dei feedback e lenta capacità di reazione ai cambiamenti del mercato, al modello di sviluppo iterativo, prevalente negli anni novanta, basato su processi RUP (Rational Unified Process) personalizzati e sul riutilizzo di componenti e codice sorgente all'interno di community.

Fino ad approdare al presente, in cui lo sviluppo, secondo Kloeckner, deve orientarsi verso un modello Agile/Lean, caratterizzato da una portata su scala globale, legato alle architetture orientate al servizio (SOA), focalizzato sugli strumenti anziché sulle regole, dove si decide il più tardi possibile ma si consegna il più velocemente possibile, con una costante capacità di apprendimento e in cui la pianificazione adattativa di sostituisce a quella di tipo predittivo.«La diversità e l'incremento di complessità attuali, alimentati sia da requisiti di tipo organizzativo sia da aspetti tecnici e normativi – ha osservato Kloeckner – richiedono che i team di sviluppo diventino più efficaci e abbiano una maggiore capacità di adattamento. Il modello di sviluppo deve essere del tipo "outside-in", focalizzandosi sugli "stakeholder" del business ovvero su chi risente direttamente dell'impatto del software. Questa focalizzazione va mantenuta durante l'intero ciclo di vita, aggiornando gli scenari di business e utilizzando iterazioni verso il prodotto finale ognuna delle quali sia utilizzabile dagli stakeholder e dagli utenti. I componenti che abilitano l'integrazione e la semplificazione del software devono essere flessibili e riutilizzabili e questo richiede necessariamente di basarsi su standard aperti».