Automazione e integrazione

Un sistema esperto che automatizza virtualizzazione e provisioning fornendo hardware, storage, networking insieme a licenze WebSphere e VMware. Centinaia di pattern con apertura verso integrazioni di terze parti.

Avatar di Gaetano Di Blasio

a cura di Gaetano Di Blasio

Tom'sHardware: Cosa fornisce un Pure Application Systems?

Giancarlo Marino: Si tratta di una potente cloud machine ottima anche per ambienti IT tradizionali, integrata sia a livello hardware sia software. Fornisce "in a box" server, storage, networking, virtualizzazione e capacità di provisioning automatizzato e ottimizzato per applicazioni Java, Web transazionali, app mobili e in generale tutti gli ambienti complessi sia di sviluppo sia di produzione.

Una piattaforma flessibile che oltre a consolidare le risorse in un'unica macchina e a semplificare la gestione, fornisce un sistema esperto per ottimizzare le operazioni, dall'installazione a tutte le fasi di configurazione e così via, grazie a pattern disponibili per diverse applicazioni.

Il Pureapp è ora disponibile anche su softlayer (public/off-premise) come servizio.

TH: Cosa si intende con pattern e come funzionano?

GM: PureApplication rispetto alle altre soluzioni sul mercato è che dispone di una sorta di "app store": PureSystem Center è, all'interno del PureApplication System, una sorta di "store", dove è possibile trovare i vari pattern di varie soluzioni presenti sul mercato, sia IBM che non.

Si tratta di un sistema esperto che permette di gestire, a differenza dei sistemi tradizionali presenti sul mercato, la soluzione a partire dall'hardware fino all'applicazione stessa e lo fa automatizzando installazione, manutenzione, tuning, test dell'applicazione, configurazione, il monitoraggio e così via.

Sono direttamente i nostri partner, come SAP o altri fornitori di applicativi, a caricare il pattern sul PureSystem Center, che si presenta come un sito Web, in pratica l'app store per un dispositivo mobile. L'utente non deve far altro che sceglierlo e scaricarlo in pochi minuti.Il valore aggiunto dai Pure Application di IBM

Il valore aggiunto dai Pure Application di IBM

Per esempio, una banca che deve configurare un sistema di pagamenti, può scaricare un pattern realizzato da un partner di IBM, la quale certifica il pattern. Quest'ultimo è basato su WebSphere e consiste appunto nelle componenti di WebSphere e nel codice sviluppato dal partner che, installandosi, si connette verso gli eventuali altri applicativi aziendali, auto configurando il sistema di pagamento. Il pattern contiene tutte le componenti di codici per l'installazione e la configurazione automatica. Inoltre, ci sono le best practice.

TH: In che senso ci sono le best practice?

GM: Se in passato occorreva studiare i RedBook di IBM, per capire come altri avevano risolto determinati problemi, oggi, i PureApplication System consentono di scaricare istruzioni e anche codice per ottimizzare le soluzioni.

Un caso è quello di un cliente che voleva implementare la nostra applicazione di Business Process Management. Per questo ha potuto utilizzare le best practice di un pattern che dettagliava le procedure e i parametri d'installazione da seguire, al fine di ottenere le massime prestazioni, prima di partire con lo sviluppo sotto questo ambiente.

I casi classici in cui siamo coinvolti sono ovviamente le applicazioni IBM, WebSphere in primo luogo, ma i vantaggi sono per tutti. Il concetto è sostanzialmente lo stesso: i pattern forniscono "percorsi" guidando l'utente passo dopo passo nelle configurazioni ottimali per il tipo di applicazione che deve mettere in esercizio.

Tipicamente, il PureApplication Systems permette di semplificare tutto l'ambiente software e hardware, compreso lo storage, la virtualizzazione e così via. Rende tutto automatico e dinamico, il che è un grande vantaggio, in particolare, per chi ha risorse limitate, magari un solo sistemista che deve gestire molti server con applicazioni Java e, più in generale, ambienti applicativi complessi da gestire che prevedono molteplici operazioni.

TH: Quanti pattern ci sono e in che ambiti?

GM: Ci sono centinaia di pattern per applicazioni tra le più disparate su tutto il software più diffuso e continuano a crescere. Innanzitutto se qualcuno ha bisogno di implementare delle soluzioni personalizzate, possiamo collaborare con terze parti e sviluppare un pattern ad hoc in un paio di mesi. Lo stesso cliente può sviluppare il suo pattern e metterlo in vendita sul PureSystems Center, una volta certificato da IBM.

Ho citato il caso di una banca, ma ce ne sono in tanti ambiti, per esempio, un caso riguarda la gestione documentale: il Pure Applications Systems è impiegato in una utility come una sorta di master macchina per tutti i documenti aziendali, comprese le immagini.

L'ambiente è aperto: l'obiettivo è integrare più pattern possibile e consentire agli utilizzatori di condividere quante più soluzioni ed esperienze possibili.

TH: Ma fino a che punto l'ambiente è aperto?

GM: Non solo sul fronte dei pattern. A differenza dei sistemi concorrenti, che impongono vincoli, noi lasciamo al cliente la libertà di scelta sul sistema operativo e l'architettura: Intel o Power, Unix o altro, l'utente decide in base al workload che deve supportare. .