Il ban a Huawei? Potrebbe costare dai 5 ai 7 anni di rimodulazione delle reti

Arriva dalla Gran Bretagna un pesante monito da parte di BT e Vodafone circa la volontà del governo di eliminare del tutto le apparecchiature di rete di Huawei

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a cura di Antonino Caffo

I dirigenti di BT e Vodafone UK hanno spiegato al comitato scientifico e tecnologico del Parlamento britannico che servirebbero dai cinque ai sette anni per sostituire tutte le loro attrezzature Huawei.

Il governo britannico, sotto il Primo Ministro Boris Johnson, ha cercato di trovare un compromesso, imponendo che le infrastrutture della cinese non vengano utilizzate nelle reti core degli operatori mobili, ma consentendole in parti meno sensibili. Le regole imposte a gennaio limitano la presenza di Huawei al 35% delle reti RAN 5G e in fibra.

Tuttavia, Johnson è tornato indietro di recente, secondo numerosi media britannici, riferendo che il governo stava prendendo in considerazione un divieto completo delle apparecchiature di Huawei e ZTE nei network del paese.

La scorsa settimana, Andrea Dona, capo delle reti di Vodafone nel Regno Unito, ha affermato che se il governo decidesse di vietare rigorosamente Huawei, la mossa costerebbe a Vodafone miliardi, dervianti per lo più dalla necessità di cambiare le migliaia di stazioni lungo tutto il paese.

Mentre Howard Watson, CTIO di BT, ha ricordato che la compagnia deve già sostenere una spesa di 658 milioni di dollari per rispettare le regole precedenti, che hanno portato BT a scegliere Ericsson come fornitore della parte core della rete, a partire dal 2023. Watson ha sentenziato: «È logisticamente impossibile arrivare a zero infrastrutture in un periodo di tre anni. Ciò significherebbe letteralmente un blackout per i clienti». E ha aggiunto che il rispetto delle politiche attuali è stato impegnativo ma "alla fine gestibile" con interruzioni minime, sebbene abbia riconosciuto l'importanza della revisione del governo in corso.

Ma c'è pure chi spiega che i conti dichiarati dalle due telco sia esagerati: l'analista John Strand sostiene infatti che gli operatori debbano comunque aggiornare le proprie reti per il 5G: «In termini pratici, l'hardware e il software all'interno della rete vengono costantemente aggiornati e migliorati man mano che gli standard proseguono. Così è stato dal 2G al 3G e così sarà dal 4G al 5G. E vale pure per Vodafone e BT».

In Gran Bretagna, circa i due terzi della rete mobile 4G di BT è ad opera di Huawei e il resto di Nokia, mentre circa un terzo della rete 4G di Vodafone è costruita dalla cinese e il resto di Ericsson. Huawei è inoltre fautrice della maggior parte del network 5G di BT.

I funzionari britannici stanno attualmente valutando un rapporto del National Cyber ​​Security Center, che ha studiato l'impatto delle sanzioni statunitensi sul tipo di utilizzo, da parte di Huawei, della tecnologia made in USA nei suoi semiconduttori.