Il cloud storage diventa personale e approda nelle PMI

Con la disponibilità di soluzioni a partire da poche centinaia di euro e capacità di TB, il cloud storage personale diventa una valida soluzione per memorizzare i propri dati e attivare soluzioni di business continuity

Avatar di Giuseppe Saccardi

a cura di Giuseppe Saccardi

L’esigenza di archiviare moli crescenti di dati  sta coinvolgendo sempre più il segmento delle PMI. Si tratta di aziende dalle disponibilità finanziarie limitate, che si dibattono per ridurre costi e migliorare l’efficienza e che quindi non hanno molto budget disponibile (e generalmente lo chiamano più pragmaticamente quattrini) disponibili.

Ciononostante si trovano a dover fronteggiare il problema di come archiviare volumi di dati che più che raddoppiano ogni due anni, e a garantirne la conservazione anche su lunghi periodi, impedirne l’uso fraudolento, nonché supportare le tipologie di dispositivi di accesso allo storage presenti in azienda. Dispositivi che, senza tirare di nuovo in campo il concetto di BYOD,  ora spaziano dal Pc desktop della segretaria tuttofare (segretaria, centralinista, archivista e non raramente anche magazziniera) ai portatili, i tablet, gli iPad e così via, usati da responsabili, tecnici e commerciali.

Le funzioni citate, e imposte da normative severe a cui prima o poi si è costretti a dare risposte pena multe da parte dei vari garanti, sono tipiche di soluzioni di classe enterprise, molto meno di soluzioni di rango delle PMI.

Per questo, il settore è apparso attraente per i grossi operatori che hanno prontamente approntato offerte cloud. E’ pur vero che più usi meno paghi e meno usi meno paghi, ma una volta intrapresa questa strada è difficile invertire la rotta e in uno scenario crescente di necessità di storage si corre il rischio di non far quadrare il rapporto costi/benefici.

In attesa di vederci chiaro un’alternativa potrebbe consistere nell’adottare soluzioni di storage tutto sommato a basso costo, con prezzi che variano da poche centinaia a poche migliaia di euro. Sono soluzioni che sono denominate di “Personal Cloud”, il che, riferito allo storage, vuol dire che uno ha la possibilità di installare nel proprio ufficio un box di dimensioni ridotte, sia rack che desktop, a cui possono collegarsi tutti i dispositivi di utente sia interni e su rete fissa che esterni e su rete mobile o tramite Internet.

Le funzioni di Personal Cloud permettono l’accesso ai dati aziendali da un’ampia casistica di sedi e di dispositivi

Il dispositivo provvede a fare il backup e a memorizzare i dati, a proteggerli con tecniche RAID, a collegarsi ai dispositivi remoti proteggendone i dati trasferiti in rete con algoritmi standard di cifratura, ad effettuare eventualmente un ulteriore backup di tutti i dati raccolti su un secondo sistema sia locale o remoto o, per i dati che si ritiene possano essere demandati, su aree di cloud pubblici a basso costo.

In sostanza, si viene a creare in nuce e limitato allo storage, un vero e proprio piccolo ambiente cloud, ma che però è del tutto controllato direttamente e ha tutte o buona parte delle funzionalità dei sistemi di fascia enterprise, compresa la capacità di comprimere i dati e di provvedere alla loro deduplica, in modo da ottimizzare lo spazio storage occupato.

Un paio di esempi, StorCenter ix4-200d Network Storage Cloud Edition di LenovoEmc e il  My Book Live Duo di Western Digital,   aiutano a capire meglio a che punto ci si trova con questa tipologia di  soluzioni.