Made in.IT: la guida all'internazionalizzazione delle start-up

Un vero e proprio brand che spinge le migliori startup del nostro Paese oltreoceano

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a cura di Antonino Caffo

Si fa fatica a definire Innovation Factory solo un incubatore di startup. In realtà, l'organismo di Area Science Park, l'agenzia di innovazione della Regione Friuli Venezia Giulia, è più un trampolino di lancio per le idee innovative italiane verso le opportunità imprenditoriali che possono aprirsi nel nostro Paese e all'estero.

Ne è conferma il fatto che oltre alle iniziative sul territorio nazionale, è proprio Innovation Factory a organizzare ogni anno la 'missione' italiana al CES di Las Vegas, meglio conosciuta come Made in.IT: una selezione delle startup italiane più promettenti che vengono sottoposte al vaglio degli investitori d'oltreoceano, durante la kermesse americana.

Insomma, Innovation Factory non si limita a 'incubare' le startup o a lanciarle sul mercato, trovando investitori, ma si occupa di accompagnarle verso un percorso specifico, così che possano superare il duro mondo della selezione naturale imprenditoriale, con un occhio di riguardo a modelli applicativi concreti. Negli scorsi anni, Made in.IT ha portato al CES circa 50 imprese, suddivise a seconda dell’ambito operativo.

Tre anime per un solo scopo

Oltre alla missione italiana di Las Vegas, Innovation Factory lavora su altri due progetti: Innovation First e Prospera Women. Il primo è un evento che verrà organizzato a fine ottobre a Seattle, dove hanno la sede tra gli altri Microsoft e Amazon, per portate una dozzina di startup italiane in una delle città simbolo delle idee più innovative in campo tecnologico e fargli incontrare esperti dei settori nel quale operano. Insieme a loro, verrà preparato un percorso per valutare il modo migliore per far sbarcare le loro operazioni sul mercato statunitense.

Prospera Women è invece un programma a supporto dell’imprenditoria femminile partito a marzo 2021 che proseguirà fino a novembre. Per un periodo di 6 mesi, le imprenditrici si cimentano in un'esperienza unica, che catapulta la loro attività in un percorso di crescita esponenziale, con il supporto di mentor, esperti del settore e investitori dell'ecosistema tecnologico della Silicon Valley. Due realtà italiane inserite nel percorso di Prospera Women sono M2Test e PicoSats.

Entrambe le startup hanno espresso soddisfazione sia per il percorso di workshop che per il tutoring, ricevuto da esperti del proprio settore di riferimento. Come ci dice Fabrizio Rovatti, CEO di Innovation Factory: «Lo scopo principale di Innovation Factory è quello di supportare la nascita di nuove startup e lo sviluppo di quelle esistenti. Ovviamente, queste devono avere una base tecnologica di alta conoscenza, arrivando dalla ricerca scientifica o comunque tecnica».

«A questo mission storica abbiamo aggiunto, negli ultimi anni, quella di aiutare queste idee a incontrare gli investitori più grandi a livello globale, varando l'iniziativa Made in.It. Al contempo, non dimentichiamo la necessità di promuovere il ruolo delle donne nell'ecosistema IT mondiale e per questo ci ritroviamo perfettamente nel programma di Prospera Women».

«Oltre che tentare di far entrare queste realtà nello sfidante mercato statunitense, quello che vogliamo è proprio d far cambiare l'approccio delle startup stesse alla loro proposition. Questo perché è evidente che lo scenario italiano sia molto differente da quello internazionale, soprattutto americano, dove non bastano solo le idee ma servono anche i giusti contatti per cominciare. Il business model deve necessariamente essere adattato al modello Usa, altrimenti non riuscirebbe a 'sfondare' come potrebbe fare in Europa». Così ha fatto, ad esempio, PicoSats, una startup italiana, nata a Trieste, che si occupa della realizzazione di satelliti modulari, dalle dimensioni ridotte.

Si va da 'scatolotti' da 10 centimetri di lato a forme leggermente maggiori, da 20 a 30 centimetri. L'idea, sviluppata in primis negli Stati Uniti, è stata accolta in maniera ottima, soprattutto per l'opportunità di poter dare agli studenti delle scuole nozioni, anche concrete, su come funzionano i pico-satelliti spaziali.

Adattarsi al contesto

Per quanto riguarda l'internazionalizzazione, ad oggi Innovation Factory segue circa 60 startup, tra quelle portate negli anni scorsi al CES e altre. A proposito: il prossimo gennaio la manifestazione dovrebbe tornare in presenza, così da riaprire le sue porte al pubblico. In tutto, però, le startup seguite al momento sono 135, considerando proprio il fatto che si va oltre il concetto di semplice incubatore, potendo dunque supportare le necessità anche di imprese che sono nate altrove e che oggi vogliono affidarsi al braccio operativo di Area Science Park.

Il vantaggio maggiore, secondo Rovatti è quello di aver creato un network importante, un ponte di collegamento tra le startup e il mondo dell'imprenditoria. «Con l'aiuto dei mentor, riusciamo a valorizzare quanto di buono ci si presenta dinanzi». «Come acceleratori, ci siamo affiancati a diverse realtà aiutandole a trovare nuovi modi per portare il loro prodotto sul mercato e creare una relazione con il cliente. Questo è stato sfidante, ma anche fattibile».

Per questo, l'organizzazione guarda sempre all'esterno. «Cerchiamo continuamente partnership per arricchire le iniziative a cui prendiamo parte, come Innovation First e il lavoro con la Serena Foundation. Ad esempio i partner ci aiutano a raggiungere quei soggetti che, altrimenti, farebbero fatica a raggiungerci e che, invece, con chi è radicato sul territorio, riesce a scoprire le opportunità offerte dal nostro know-how».

Il futuro delle idee

Il lavoro di Innovation Factory si concentrerà sempre sul supportare aziende con un alto tasso di probabilità di attecchimento sul mercato. «Anche se una tecnologia funziona, non è detto che questa potrà avere successo. Spesso aiutiamo i founder a capire se il mercato è ricettivo per cogliere le idee di un'azienda. Per questo, evitiamo di seguire startup che vivono solo di claim. Ogni iniziativa deve avere un bacino di utenza ben preciso, metriche solide e prodotti già operativi. Altrimenti si rischierebbe di perdere il focus stesso alla base dell'impresa».

Intanto, a novembre, ci sarà la seconda partecipazione di Innovation Factory a Prospera Women. «Oltre a questo, seguiremo sempre gli sviluppi di Made in.IT al CES, perché siamo convinti che non mancherà mai quel necessario supporto verso l'introduzione ai mercati esteri, statunitensi e europei, che finora si sono dimostrati ricettivi nell'accogliere quanto di buono l'Italia sa di poter realizzare in settori di intervento che vanno oltre gli scenari per i quali siamo famosi nel mondo, come il food» conclude Rovatti.