Informazioni personali a rischio nei device mobili

Smartphone e tablet contengono informazioni personali che il 65% degli utenti ha messo in pericolo. Lo rivela una ricerca di Norton by Symantec

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a cura di Paola Saccardi

Al giorno d'oggi gli smartphone si possono considerare delle estensioni delle nostre vite, gli strumenti grazie ai quali comunichiamo con amici, parenti e colleghi,  cerchiamo informazioni utili, facciamo acquisti, internet banking, scattiamo fotografie e ci intratteniamo nei social network. È scontato dire che attraverso i device mobili passano moltissime informazioni più o meno private, o sensibili, ma nonostante questo molte persone non si preoccupano molto dei rischi connessi alla perdita di questi dispositivi.

Lo rivela un'indagine commissionata da Norton by Symantec alla società Edelman Berland, la quale ha realizzato una survey online, lo scorso marzo, che ha coinvolto circa 3mila utenti tra Francia, Italia e Spagna. L'indagine aveva lo scopo di indagare la percezione nei confronti della protezione delle informazioni personali contenute sui propri dispositivi mobili da parte degli utilizzatori.

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Per esempio, l'indagine mostra che per l'80% degli italiani controllare le mail personali su uno smartphone o tablet è diventata una routine quotidiana, e il fenomeno riguarda il 60% di quanti controllano mail di lavoro. Un consumatore su cinque, inoltre, fa acquisti dal proprio dispositivo mobile almeno una volta a settimana. Un intervistato su cinque conserva i propri dettagli bancari sul suo dispositivo portatile, il 42% degli italiani ha memorizzato i propri dettagli di accesso ai social media, o in misura anche maggiore alla propria casella di posta elettronica (41%).

Dai risultati emerge che la maggior parte delle persone non sta adottando soluzioni per proteggere le informazioni che passano attraverso i propri device mobili, nonostante ci possano essere anche contenuti intimi e riservati. Ma soprattutto, il dato che colpisce, è che il 65% degli intervistati in Italia ha perso almeno un device mobile, rendendo quindi accessibili a chiunque informazioni e contenuti personali.  

In più, oltre a essere delle potenziali vittime di occhi indiscreti, pare che gli stessi italiani siano a loro volta degli spioni, infatti il 55% dei connazionali ha dichiarato di essere disposto a utilizzare un telefono senza l'autorizzazione del proprietario e, in particolare,  il 19% ha ammesso che lo farebbe per leggere messaggi e il 20% per dare un'occhiata alle foto e ai video altrui. La curiosità fa parte dell'essere umano e avere la possibilità di scoprire dettagli sulle vite altrui farebbe gola a molti, a quanto pare.

I luoghi in cui è generalmente più facile smarrire questi dispositivi pare siano la strada o la metropolitana, seguiti dall'ufficio. In sostanza i luoghi in cui si passa più tempio durante la settimana lavorativa. Se il furto di uno smartphone è al quarto posto in Italia e Spagna (al quinto in Francia), la terza posizione della classifica dei luoghi in cui i consumatori perdono i dispositivi mobili è occupata dai bagni pubblici, in cui un intervistato su sei ha perso almeno un dispositivo: questo significa che in media almeno una persona in ogni famiglia o sul luogo di lavoro ha vissuto questo spiacevole evento. 

In conclusione solo la metà degli intervistati ritiene lo smarrimento del proprio dispositivo mobile e dei dati contenuti come un possibile rischio, mentre meno di un intervistato su dieci ha sottoscritto una polizza di assicurazione contro il furto o lo smarrimento.

D'altra parte qualcosa sta anche cambiando poiché la protezione di dati confidenziali è stata collocata al terzo posto tra gli elementi per i quali i consumatori sentono la necessità di una maggiore sicurezza, subito dopo i viaggi o i beni materiali.