La Business Intelligence protagonista nel 2016

Le aziende si rendono conto che l'analisi dei dati può migliorare i processi decisionali, come spiega Luca Rodolfi di SB Italia

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a cura di Paola Saccardi

Il 2016 inizia con una buona notizia: il budget destinato all'ICT nelle imprese italiane torna a crescere. È quello che riporta Luca Rodolfi, responsabile della divisione di Business Intelligence di SB Italia, specializzata in soluzioni IT per la gestione, l'integrazione e l'ottimizzazione dei processi aziendali, citando i risultati di una ricerca condotta dal Politecnico di Milano.

I settori che saranno maggiormente coinvolti saranno: Business intelligence e Big Data Analytics, digitalizzazione e dematerializzazione, sistemi gestionali e ERP.

Luca Rodolfi , responsabile della divisione di business intelligence di SB Italia

Luca Rodolfi, responsabile della divisione di Business Intelligence di SB Italia

Rodolfi sottolinea in particolare che saranno in primis le grandi aziende ad avere la necessità "di gestire i dati a loro disposizione, per ottimizzare il proprio business - e continua -. Spesso, sono anche quelle che, oltre ad avere le risorse economiche necessarie da investire, hanno una mole rilevante di informazioni da utilizzare. Ma non sempre è così: esistono aziende di media o anche di piccola dimensione che, per la particolarità del proprio lavoro, si trovano a disporre di enormi quantità di dati, ma che non sono in grado di gestire. Pensiamo, ad esempio, al mondo del trasporto locale e a quanto potrebbe essere utile avere a disposizione dei dati relativi ai guasti: si potrebbe, grazie a un sistema di BI prevedere le rotture, ottimizzando gli interventi di manutenzione".

La Business Intelligence sembra dunque avere le carte in regola per occupare il podio nella scala dei prossimi investimenti. Le aziende stanno iniziando a capire che grazie all'analisi dei dati sono in grado di adottare dei processi decisionali più efficienti e che migliorano la competitività sul mercato. "Nel 2016 la Business Intelligence inizierà a contagiare anche le PMI. E' innegabile il vantaggio di chi imposta processi decisionali sulla base dell'analisi dei dati" dichiara il manager.

La Business Intelligence, tuttavia, sottolinea Rodofli, va utilizzata in maniera appropriata perché non sempre una soluzione che si rivela la migliore per una realtà funziona con lo stesso successo per un'altra.

Spiega il manager: "Noi crediamo che un approccio 'Smart BI' sia quello da preferire in tutte le situazioni in cui si ha la necessità di procedere per fasi di progetto e in cui la delivery rapida è prioritaria rispetto alla definizione di un'architettura enterprise. Spesso la scelta della Smart BI rappresenta la fase iniziale di un più ampio progetto di Business Intelligence, consente di ‘toccare con mano' le funzionalità che soluzioni avanzate di analisi e reporting possono fornire e permettono di testare le competenze del nostro team di BI".

In pratica un approccio più collaborativo che coinvolge fin da subito il cliente e il team che progetta la soluzione è preferibile in alcuni casi piuttosto che partire con attività che mirano a definire una struttura di BI più estesa.

Molto spesso le aziende cercano di sfruttare le competenze che hanno già al proprio interno, ma può accadere che queste non siano preparate a sfruttare nel modo migliore le potenzialità della Business Intelligence. Tuttavia all'interno delle aziende pare siano previste  in crescita proprio le figure che hanno il compito analizzare i dati a disposizione con strumenti self-service, come cita Gartner. Ma il rischio è che queste iniziative comportino dei risultati dannosi all'azienda perché come ricorda Rodolfi: "I dati rappresentano senza dubbio un'enorme opportunità, ma anche un altissimo fattore di rischio, se non vengono utilizzati correttamente".