Meglio influencer che responder

Le informazioni, dalla proprietà intellettuale ai dati sui clienti, sono un asset fondamentale e la loro protezione è strettamente collegata al business e alla gestione del rischio

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a cura di Gaetano Di Blasio

Meglio influencer che responder

Sperando che la lotta al crimine salga nell'agenda dei governi, le aziende devono garantirsi l'opportuna protezione per il loro business. Nuove sfide tecnologiche promettono maggiore efficienza, risparmio sui costi dell'ICT e maggiore produttività: cloud computing, BYOD (Bring your Own Device), mobility, sono tutti temi che abbiamo trattato ampiamente su queste pagine e non torneremo a evidenziarne i vantaggi. Il contraltare, però, è un aumento del rischio connesso con la confidenzialità, l'integrità e la disponibilità dei dati.

La compliance alle normative impone già una buona porzione di sistemi per la sicurezza, ma quella che realmente occorre in azienda è una strategia, che parta dall'analizzare i reali bisogni aziendali e arrivi a comprendere in che modo, qualitativamente e quantitativamente, i processi aziendali sono soggetti al rischio derivante dalle minacce ai dati. Su questa base di partenza si potrà costruire il sistema economicamente più sostenibile e tecnologicamente più efficace per mettere al sicuro l'azienda, quanto basta.

Secondo il CISO Study 2012 di IBM, le aziende si possono classificare in influencer, protector e responder. I primi dispongono di un Chief Information Security Officer e, focalizzandosi sul rischio, adottano una vera e propria strategia (25% del campione).

I protector (47%) sono concentrati sulla compliance, con un responsabile della sicurezza preoccupato soprattutto di superare gli audit. Infine, i responder (28%) interpretano la sicurezza come reazione a un incidente.

Questi ultimi, tipicamente, sono legati a una vecchia concezione della sicurezza e non escono dai confini dell'IT, mentre gli influencer, riescono a coinvolgere ("influenzare") il business e a impostare una strategia. Secondo lo studio, chi è più maturo spende meno, perché investe in una sicurezza preventiva.