La virtualizzazione dello storage "soft-defined" di DataCore

George Teixeira, CEO e fondatore di DataCore, spiega perché la virtualizzazione dello storage è una questione che va affrontata a livello software e di come le grandi società che vendono hardware gli stiano dando ragione

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a cura di Riccardo Florio

Sono anni che George Teixeira, CEO e fondatore di DataCore, sostiene che il futuro dello storage è quello della virtualizzazione affrontata con un modello orientato al software.

È sulla base di questa convinzione che DataCore ha sviluppato la soluzione SAN Symphony-V, giunta ormai alla release 9, un sorta di hypervisor per la virtualizzazione dello storage che si promette di portare nello storage lo stesso livello di flessibilità e vantaggio conseguito con la virtualizzazione a livello server. 

Proprio in questi giorni esce una nuova release minore di SANsymphony-V che, tra le novità, raddoppia la scalabilità con supporto fino a 16 nodi federati, introduce una nuova generazione di servizi di replicazione remota che aumentano la velocità nel disaster recovery, include nuove funzionalità di auto-riparazione e nuovi servizi di mobilità dei dati tra pool di storage senza interruzione dei servizi.

A Teixeira abbiamo chiesto di spiegare la sua visione del mercato, dell'azienda e l'impatto di nuovi annunci legati allo storage software-defined.

George Teixeira, CEO e fondatore di DataCore

Come sta cambiano il mondo dello storage ?

Il tradizionale modello dello storage va ridefinito. I dipartimenti IT si indirizzano verso il software-defined data center e non affrontano più i problemi acquistando nuovo hardware. Vi è la necessità di uno strato software indipendente dal dispositivo capace di mettere a fattor comune e di gestire centralmente tutte le differenti risorse storage. È importante coniugare l'utilizzo del velocissimo storage a stato solido con quello di dischi di livello e prestazioni inferiori. Un altro fattore chiave è di definire dove il software deve risiedere per ottimizzare le esigenze di prestazioni e capacità. DataCore ha sempre creduto che gli elementi essenziali di una architettura software -defined siano la portabilità del software ovvero che questo possa risiedere ovunque e l'interscambio delle risorse hardware.

Come stanno reagendo i produttori di hardware per lo storage ?

I principali produttori di hardware per la memorizzazione dei dati hanno risentito del modello di virtualizzazione dello storage basato sul software e stanno cercando di rimodellare le loro offerte o guadagnare tempo promuovendo il passaggio verso il mondo "software-defined" e cercando di trovare nuove strategie per affrontare il crescente cambiamento nel modello di acquisto dell'IT sempre più basato su un principio di "commodity".

Qual è l'elemento differenziante dell'offerta di DataCore ?

È di proporre una vera architettura storage di tipo "software-defined", che permette di intervenire su tutte le risorse storage a disposizione di un'azienda. L'aspetto chiave della nostra soluzione è la possibilità di intervenire attraverso l'intera rete enterprise e su sistemi di multivendor senza essere limitata a lavorare solo all'interno di un server applicativo oppure solo all'interno della SAN o all'interno di una "storage box". Per esempio, la funzione di auto tiering di SANsymphony-V può supportare fino a 15 livelli che possono gestire l'archiviazione sui server applicativi (per esempio su memorie flash o drive SAS), sulle risorse interne alla SAN (memorie flash, storage multivendor di livello enterprise, drive SAS, drive SATA o "commodity storage") o può essere organizzato tramite gateway su più livelli di cloud storage (per esempio Base o Premium). DataCore gestisce automaticamente e ottimizza lo storage attraverso tutti questi livelli.

L'architettura storage soft-defined di DataCore

Come considerate il recente annuncio da parte di EMC della soluzione ViPR che di fatto è pensata per realizzare una virtualizzazione dello strage a livello software ?

Siamo molto contenti di questo annuncio perché non fa che confermare la correttezza di quanto DataCore sostiene da anni. 

Non crede che possa sottrarvi opportunità di mercato ?

Al contrario, rafforza il valore delle nostre soluzioni. La prima osservazione che viene da fare è il livello di credibilità con cui EMC, da sempre uno dei principali produttori di hardware per lo storage, possa promuovere un modello software-defined senza cannibalizzare il proprio mercato di sistemi storage. Non bisogna poi confondere le caratteristiche delle due soluzioni. EMC ViPR di fatto è uno strumento che si limita semplicemente a tradurre le richieste in un formato adatto alle API del dispositivo. Inoltre EMC ViPR non risiede nel data path e non è in grado di prendere decisioni di I/O e poi si basa sulle capacità native di ogni singolo dispositivo storage e se questo non dispone delle funzioni desiderate non è in grado di implementarle. DataCore permette di ottimizzare e gestire da subito tutto lo storage presente in azienda qualunque sia il fornitore e di introdurre un'ampia gamma di funzionalità avanzate.

Perché DataCore non è riuscita a diventare la nuova VMware ?

Non lo è diventata ancora. Ci aspettiamo per il futuro una forte crescita del modello di virtualizzazione dello storage che proponiamo.

Come siete posizionati in Italia ?

Abbiamo un modello completamente indiretto con un unico distributore. La soluzione DataCore in Italia è meno diffusa rispetto ad altri mercati europei quali, per esempio, Germania e Francia e stiamo predisponendo azioni di sviluppo del business. Riteniamo che ci siano ottime opportunità di crescita in Italia e che la crisi, in realtà, possa rappresentare un volano anziché un elemento inbitore perché le nostre soluzioni favoriscono l'ottimizzazione delle risorse, la riduzione dei costi e l'incremento di efficienza.

Le funzionalità storage di SANsymphony-V

Verso quali direttrici prevedete di sviluppare DataCore a parte l'aggiunta di nuove funzionalità a SANsymphony-V ?

Un primo elemento di sviluppo c'è già stato è riguarda la soluzione DataCore VDS per la virtualizzazione del desktop che noi consideriamo essenzialmente una tematica storage. VDS risponde alla grande richiesta di mercato per soluzioni infrastrutturali di virtualizzazione del desktop a un costo contenuto. Va poi oservtao che a oggi ci sono circa 100mila Storage Area Network nel mondo mentre si stimano oltre un milione di applicazioni. Il prossimo passo nell'evoluzione di DataCore è quello di portare la nostre soluzione nel mondo delle applicazioni e questo ci aprirà un mercato 10 volte più grande.