L'adozione di SSD veloci frenata dai budget risicati

Le applicazioni rallentano ma la soluzione che è a portata di mano spesso viene respinta per motivi di budget.

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a cura di Giuseppe Saccardi

Cosa può desiderare di più il reparto IT dei nuovi irresistibili dispositivi SSD? Basta guardare il volto stupito degli utenti quando si aggiornano i loro sistemi con questi dispositivi, osserva Augie Gonzalez, Director of Product Marketing di DataCore Software, perché le applicazioni virtualizzate una volta lente diventano di colpo ultraveloci.

Poi però il sogno finisce quando la pur ben motivata richiesta di richiesta di diversi terabyte di flash per i server viene "rinviata", che poi è la parola in codice che in realtà sta per "Respinta". Insomma, non ci sono quattrini.

Ironicamente, osserva però Gonzales, gli stessi revisori dei conti raccomandano di valutare velocemente nuovi progetti di virtualizzazione dei server per ridurre ulteriormente il numero delle macchine fisiche presenti nei data center. Sembra proprio che non abbiano sentito la prima parte del ragionamento sugli SSD. Il consolidamento dei server rallenta le app mission critical - come SQL Server, Oracle, Exchange e SAP - fino a renderle inutilizzabili.

E le memorie flash possono riportare la rapidità perduta. Però non ci sono i quattrini per il loro acquisto.Questo scenario si verifica molto più di frequente di quanto non ci si aspetti, speiga Gonzales.. Secondo un recente sondaggio su 477 professionisti IT realizzata da DataCore Software, tutto si riduce a una questione fondamentale: i costi relativi allo storage.

Le valutazioni sui costi scoraggiano le organizzazioni dall’adottare memorie flash e SSD nelle loro nuove implementazioni di virtualizzazione. Più di metà delle persone che hanno risposto (50,2 per cento) ha affermato di non prevedere l’utilizzo di flash/SSD nei progetti di virtualizzazione a causa dei costi.

Eppure, spiega Gonzales, una soluzione esiste, ed è molto probabile che venga approvata da chi gestisce il budget pur soddisfacendo la comunità degli utenti.

Invece di riempire indiscriminatamente i server di flash, il manager di Datacore suggerisce di utilizzare il software per condividere un numero inferiore di schede flash con diversi server utilizzando pool di storage misti.

Un efficace esempio, spiega, è l’utilizzo di tecniche di virtualizzazione dello storage agnostiche rispetto all’hardware e ai suoi produttori confezionate in un software portabile in grado di indirizzare dinamicamente i carichi di lavoro verso la tipologia (o il livello) di storage più adeguato. Ovviamente i server possono condividere le memoria a stato solido in altri modi. Le batterie ibride, per esempio, per contenere i costi uniscono una certa quantità di flash agli HDD.

Il software per la virtualizzazione dello storage indipendente dai dispositivi, invece, fornisce auto-tiering, thin provisioning, pooling, caching avanzato in lettura/scrittura e numerosi servizi di replicazione/snapshot in modo uniforme su qualunque dispositivo flash/SSD/HDD già installato.

Il software, osserva Gonzales, permette il migliore sfruttamento delle risorse hardware disponibili al costo più basso, indipendentemente da chi lo ha prodotto o dal modello che è stato scelto.