L'internazionalizzazione delle PMI passa per la Generazione Z

La Generazione Z si prefigura come la leva strategica per le PMI che mirano a svilupparsi in contesti internazionali. Lo evidenzia una ricerca di Ricoh Europe

Avatar di Giuseppe Saccardi

a cura di Giuseppe Saccardi

Il punto di partenza da considerare è che dal 1980 il commercio internazionale sta crescendo a un tasso che è doppio rispetto al Pil globale. In questo contesto le aziende non possono più permettersi di ignorare il mercato internazionale e la crescita recente delle esportazioni italiane ne è una chiara presa d'atto.

Ma potrebbe non bastare e, evidenzia Ricoh, si devono considerare quali sono gli impatti della globalizzazione per le imprese. Quali i punti che si possono evidenziare?

The 4G Workplace

In sintesi:

  • le aziende si devono confrontare con consumatori globali che si aspettano però comunicazioni e campagne localizzate.
  • il lavoro collaborativo sta trasformando il mercato globale delle idee e dell'innovazione e deve diventare parte integrante delle strategie delle aziende che hanno intenzione di espandersi oltreconfine.
  • la competizione tra le aziende si sposta a livello globale con conseguenze per le singole aziende e per i differenti mercati.

E' uno scenario che vede le PMI avvantaggiate nell'affrontare queste sfide rispetto alle grandi imprese in quanto sono più agili e più rapide nel gestire il cambiamento rispetto alle aziende di grandi dimensioni. Il rovescio della medaglia è però il fatto che attualmente però solo il 7% delle PMI opera in mercati al di fuori della UE. Cosa può contribuire a rafforzare questa percentuale?

Pronti alla globalizzazione

Un fattore determinante è costituito dalla Generazione Z, che entrerà nelle aziende nei prossimi anni. Comprende persone più preparate ad abbracciare ed usare le tecnologie e le modalità di lavoro richieste dalla globalizzazione rispetto alle generazioni precedenti, elevata dimestichezza con l'informatica e gli strumenti più moderni di interazione e una maggiore conoscenza della lingua inglese, il che non guasta..

Questo è quanto emerge da una ricerca commissionata da Ricoh Europe e condotta da Coleman Parkes. Ma quali sono le caratteristiche dei fratelli minori dei Millennial? Vediamole seppur in sintesi:

  • il 28% degli intervistati della Generazione Z, rispetto al 10% delle generazioni precedenti, è attratto da aziende che mettono a disposizione dei dipendenti tecnologie che permettono di lavorare in modo più efficiente.
  • un terzo degli intervistati della Generazione Z riterrebbe deludente la mancanza di una corretta condivisione delle informazioni e la stessa percentuale la scarsa innovazione.
  • il 43% degli intervistati della Generazione Z ritiene insostenibile una mancanza di comunicazione tra colleghi, rispetto al 19% delle generazioni precedenti.

In pratica, in uno scenario in cui digitalizzazione e lavoro collaborativo saranno la normalità nelle aziende globalizzate appare chiaro e condivisibile come la Generazione Z disponga di tutti gli atout necessari per ridefinire il posto di lavoro e, grazie alla maggior predisposizione all'innovazione delle metodologie di lavoro e alle competenze digitali, costituisca un elemento chiave per le imprese che puntano alla globalizzazione.

In sostanza, nati con a disposizione un accesso costante a Internet, i nativi digitali sono mentalmente predisposti all'utilizzo delle nuove tecnologie e aperti alla collaborazione globale. Ma altre considerazioni si impongono. Vediamole.