L'IT "componibile" si fa strada

Andrea Massari, country manager di Avnet TS Italia illustra cos'è e perchè è così importante la 'composable infrastructure'

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a cura di Giuseppe Saccardi

Quando si pensava di aver finalmente sotto controllo infrastrutture convergenti, piattaforme convergenti e iper-convergenti improvvisamente si inizia a parlare di infrastrutture componibili. Ma di cosa si  tratta? Cerchiamo di capirlo meglio con l'aiuto di Andrea Massari, country manager di Avnet TS.

Con l'infrastruttura convergente, spiega il manager, ci si  riferisce in genere  a uno stack integrato di elaborazione, storage e networking con un piano di gestione unificata. Gli esempi includono soluzioni di alcuni dei vendor distribuiti in Emea come Cisco FlexPod, HPE Converged Systems, NetApp, VCE Vblock e molti altri.

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Andrea Massari

Si tratta di soluzioni che possono essere integrate direttamente dal produttore o assemblate dal VAR o distributore (compreso  Avnet) prima della distribuzione. E' però molto più di un semplice esercizio di 'confezionamento', perché i sistemi convergenti accelerano e semplificano la progettazione, l'approvvigionamento, la distribuzione e la gestione delle infrastrutture dei data center.

Si sta parlando naturalmente di grandi sistemi: server blade, fabric switch e storage array. Questi sono progettati per fornire la potenza e la scalabilità necessari per eseguire qualsiasi carico di lavoro, virtualizzato o fisico che sia.

Ma in questo scenario, un paio di anni fa, sono andati apparendo i sistemi iper-convergenti, sistemi a nodo singolo che possono essere raggruppati insieme per creare pool di calcolo e di storage. Si tratta di sistemi software defined per combinare processori e dischi all'interno di ogni nodo nei cluster di calcolo e di storage.

Sono progettati per ottenere velocità e semplicità di utilizzo, per essere implementati e ampliati in pochi minuti, semplicemente aggiungendo un altro nodo al cluster. Essendo hypervisor-dipendente, sono infrastrutture che sopportano solo i carichi di lavoro che possono essere virtualizzati.

L'infrastruttura componibile

Ora, cos'è l'infrastruttura componibile? L'infrastruttura componibile, osserva Massari, rappresenta l'innovazione più significativa apparsa nello spazio convergente, perlomeno da quando sono entrate in scena le iper-convergenti, e rappresenta la più grande innovazione fino ad oggi.

Si potrebbe dire che l'infrastruttura componibile rappresenta un'architettura di data center con la velocità e la semplicità di una iper-convergente ma abbastanza flessibile per sostenere qualsiasi carico di lavoro (virtualizzato, fisico, containerizzato).

Si tratta in sostanza di una architettura unificata comprendente pool disaggregati di elaborazione, storage e struttura di rete, tutti controllati da un singolo piano di gestione. Tutte le risorse sono software defined, indipendentemente da dove si trovano gli switch o quale sia lo chassis che ospita le CPU e i dischi, ed è possibile comporre e ricomporre queste risorse in base alle singole esigenze.

Si tratta di pool di risorse fluidi, che possono essere forniti in modo indipendente e riallocati a volontà per sostenere qualsiasi carico di lavoro. Questa modalità viene spesso denominata "infrastructure as code."

Si immagini di poter organizzare l'infrastruttura di data center come se si trattasse di rack di processori, rack di storage, rack di infrastruttura di rete (Ethernet, Fibre Channel, iSCSI, FCoE) che possono essere gestiti in maniera flessibile e utilizzati come pura capacità in base alle esigenze dei carichi di lavoro, a prescindere dal fatto che tali carichi di lavoro siano virtualizzati o fisici.

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L'IT si fa componibile

I benefici

Qual è dunque il vantaggio e perché ora? L'infrastruttura componibile promette di aumentare notevolmente l'efficienza a l'agilità dei data center. Questo perché l'infrastruttura componibile consente di creare una singola architettura di data center in grado di supportare i requisiti delle applicazioni aziendali tradizionali, fornendo al contempo la velocità e la flessibilità per supportare le richieste di nuovi progetti e applicazioni in una modalità agile e on-demand.

Quindi aspettiamoci, osserva Massari,  nei prossimi mesi molto interesse intorno alle infrastrutture componibili. Si è appena all'inizio, e di certo non è difficile essere d'accordo.

eraltro, alcuni dei player chiave dell'infrastruttura sono già al lavoro sulla prossima fase di innovazione componibile, ad esempio per separare il complesso processore/memoria per consentire pool fluidi di memoria che possono essere forniti in modo indipendente dal processore.