Medie imprese italiane: la sindrome del figlio di mezzo

Quali sono i principali freni allo sviluppo per le aziende italiane? Qual può essere il ruolo delle tecnologie? Lo illustra una ricerca commissionata da Ricoh

Avatar di Giuseppe Saccardi

a cura di Giuseppe Saccardi

Secondo una ricerca commissionata da Ricoh Europe a Coleman Parkes Research, in Europa ogni azienda di medie dimensioni (aziende con un numero di dipendenti tra 50 e 500 e con un fatturato tra i 3 e i 130 milioni di euro) registra una perdita potenziale di 5,7 milioni di euro di fatturato ogni anno, come conseguenza di una serie di barriere che ne ostacolano lo sviluppo.

Con 75.000 aziende di medie dimensioni in tutta Europa la perdita complessiva si attesta ogni anno a 433 miliardi di euro, una cifra che eguaglia quasi il PIL annuale del Belgio.

Dalla ricerca emerge anche una tendenza diffusa: il 38% delle medie aziende europee sta pianificando di quotarsi in borsa, mentre il 21% intende attuare operazioni di merger and acquisition.  Vediamo gli aspetti salienti emersi per le aziende italiane.

Ricoh dati ricerca aziende italiane PNG

I dati salienti della ricerca

Le aziende nazionali hanno indicato come principali priorità di business per i prossimi 2 anni seguenti punti:

  • Sviluppo di nuovi prodotti e servizi (42% del campione italiano)
  • Innovazione dei processi e utilizzo di tecnologie per guadagnare vantaggio competitivo (38% del campione)
  • Investimenti in nuove tecnologie per trasformare il business (35% del campione)

Le medie aziende hanno obiettivi di crescita ma secondo il 93% del campione vi sono una serie di freni che impediscono loro di raggiungere il pieno potenziale. Tra i principali:

  • Requisiti normativi complessi che richiedono ingenti investimenti (indicati dal 38% del campione italiano, con una media europea del 31%)
  • Difficoltà nell'attirare nuovi talenti (indicato dal 24% delle aziende italiane - media europea: 27%)
  • Difficoltà nell'ottenere finanziamenti per nuove tecnologie a supporto della crescita (31% del campione per l'Italia - media europea 27%)

"Per l'Europa - ha commentato Jyoti Banerjee, cofondatore del M-Institute, organismo che rappresenta le medie imprese - è importante che le medie aziende raggiungano un traguardo di crescita creando così nuovi posti di lavoro. In questo contesto, ulteriori supporti da parte degli enti governativi e dell'industria farebbero davvero la differenza per questa tipologia di aziende che troppo spesso viene trascurata".

Il punto e i benefici dell'evoluzione digitale

Secondo la ricerca il 30% del campione delle medie aziende deve ancora implementare tecnologie per la digitalizzazione con l'obiettivo specifico di crescere e diventare imprese di grandi dimensioni. Questo "salto" è fondamentale per riuscire a realizzare il fatturato che stanno potenzialmente perdendo ogni anno..

Tra i vantaggi ottenuti dalle medie aziende italiane che hanno già implementato tecnologie per la digitalizzazione vi sono:

  • Miglioramento del servizio ai clienti (indicato dal 38% del campione italiano)
  • Riduzione dei costi (38% del campione italiano)
  • Ottimizzazione delle comunicazioni con i clienti (37% del campione italiano)

Davide Oriani Ricoh

Davide Oriani

"Mentre la maggior parte del supporto pubblico è rivolto alle piccole imprese e le grandi imprese sono abbastanza solide da badare a loro stesse, quelle di medie dimensioni si sentono trascurate e soffrono della sindrome del figlio di mezzo. Le aziende che vogliono puntare alla crescita dovrebbero concentrarsi sulle tecnologie per la digitalizzazione implementando ad esempio fatturazione elettronica e flussi di lavoro automatizzati. Per queste aziende è arrivato il momento di dare priorità all'innovazione per affrontare le sfide poste dal mercato", ha commentato Davide Oriani, CEO di Ricoh Italia.