Microsoft: chi usa software illegale si infetta di più

Uno studio commissionato da Microsoft fa luce sui pericoli per chi utilizza software contraffatti. In Italia quasi la metà dei software installati è senza licenza, con una perdita per l'industria pari a 1.398 milioni di euro

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a cura di Loris Frezzato

1,5 miliardi di ore e 22 miliardi di dollari per le attività di identificazione, riparazione e ripristino, 114 miliardi di dollari complessivi per la gestione dell'impatto di un attacco informatico dovuto a malware: queste le stime del nuovo studio IDC commissionato da Microsoft sulla pirateria informatica, che ha messo in luce che i rischi per gli utenti che decidono di usare software contraffatti nella speranza di risparmiare sono nettamente maggiori: le probabilità che i loro pc vengano infettati da malware inattesi sono da una a tre per i consumatori e da tre a dieci per le aziende. 

Lo studio ha analizzato in tutto il mondo 270 siti Web e reti Peer-to-Peer, 108 download di software e 155 CD/DVD e sono stati intervistati 2.077 consumatori e 258 responsabili IT o CIO. I ricercatori hanno riscontrato che nel novero dei software contraffatti non acquistati insieme al pc, il 45% proviene da Internet e che il 78% dei software scaricati da siti Web o reti P2P includeva qualche tipo di spyware, mentre il 36% conteneva Trojan e adware.

I risultati dello studio di IDC, denominato "The Dangerous World of Counterfeit and Pirated Software", sono stati presentati in occasione della giornata Play It Safe, la campagna di Microsoft per creare consapevolezza sui problemi relativi alla pirateria informatica.

Ecco i punti più importanti emersi dall'indagine:

il 64% dei conoscenti degli intervistati ha riscontrato problemi di sicurezza a causa dell'utilizzo di software contraffatto;

il 45% delle volte i software contraffatti ne hanno rallentato i pc ed è stato necessario disinstallarli;

il 48% degli intervistati ha indicato la perdita dei dati come principale timore legato all'uso di software contraffatti;

il 29% è più preoccupato per il furto di identità.

Incorporare del malware pericoloso in un software contraffatto è diventato quindi un nuovo modo con cui i criminali colpiscono gli utenti di computer inconsapevoli del potenziale pericolo. Il White Paper di IDC analizza inoltre l'elevato livello di installazioni di software da parte degli utenti finali su computer aziendali, che rappresenta un ulteriore mezzo per introdurre software non sicuri nell'ecosistema del luogo di lavoro. Se il 38% dei responsabili IT riconosce che ciò avviene, il 57% dei lavoratori ammette di installare software personali nei computer di proprietà dell'azienda. Il dato più allarmante riguarda la percentuale di computer d'ufficio che dopo l'installazione di software personali non ha creato problemi: solo il 30%.

La pirateria in Italia

Il tasso di pirateria del software in Italia è del 48% rispetto a un tasso medio europeo del 33%. Per contrastare il fenomeno, Microsoft Italia ha creato nel tempo svariate iniziative di educazione e sensibilizzazione mirate alla promozione del rispetto della proprietà intellettuale in scuole, aziende, rivenditori e verso gli utenti finali, in collaborazione con BSA (Business Software Alliance). Sono inoltre attive da ormai molti anni diverse collaborazioni con le autorità competenti e investigazioni sul territorio con campagne di Mistery Shopping, in cui incaricati Microsoft si recano presso i rivenditori verificando la conformità alle norme di legge e alle norme contrattuali all'atto di vendita.