Molti manager faticano a concedere il lavoro ibrido

Una ricerca commissionata da Alludo ha evidenziato una notevole discrepanza tra le dichiarazioni dei dirigenti e le risposte fornite dai lavoratori.

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a cura di Dario Orlandi

Alludo
ha recentemente comunicato i risultati di un sondaggio che aveva lo scopo di indagare in profondità l’impatto e le prospettive del passaggio al nuovo paradigma di lavoro ibrido. Il risultato più eclatante è una significativa differenza nella
libertà e nella flessibilità garantite ai manager rispetto a quella effettivamente offerta ai membri dei vari team.

La maggioranza degli intervistati è perfettamente consapevole che il lavoro ibrido sia diventato un fattore rilevante nelle dinamiche professionali, ma soltanto il 40% dei non-manager ha la libertà di lavorare da remoto; la percentuale sale molto analizzando le risposte dei manager, attestandosi al 63%.

Questo dato mostra come il management di molte aziende sia ancora piuttosto restio a estendere modalità di lavoro più flessibili all’intero organigramma; secondo Alludo, passare al lavoro ibrido implica un cambio di paradigma fondamentale non soltanto nell’organizzazione personale, ma anche (e soprattutto) nelle dinamiche con cui i manager gestiscono e indirizzano i loro gruppi di lavoro.

Nuovi rapporti nei team

In questo nuovo approccio, il rapporto all’interno del team è basato sulla fiducia e sugli obbiettivi da raggiungere; i lavoratori non possono più essere vincolati alla gestione di ogni singola operazione, come ingranaggi “stupidi” di un sistema organizzato per funzionare a prescindere dall’apporto di ciascuno.

Christa Quarles, Ceo di Alludo, ha dichiarato: "La vera leadership non consiste nel chiudere le persone in una stanza a fare ciò che vuoi.  Si tratta di dare ai dipendenti lo spazio per ottenere risultati sorprendenti. Gli ultimi anni hanno dimostrato che i lavoratori della conoscenza possono essere produttivi a casa”.

Oltre a poter scegliere dove lavorare, gli impiegati desiderano anche maggiore flessibilità riguardo alla gestione del tempo: la ricerca mostra come i tre quarti dei lavoratori (74%) non vogliano più seguire il tradizionale orario di lavoro (dalle 9 alle 17 nel mondo anglosassone). Ma quasi la metà dei non-manager intervistati (47%) deve continuare a seguire questa organizzazione del tempo.

Ulteriore distanza nella percezione si registra anche nella percezione dei cambiamenti: il 58% dei manager pensa che la propria azienda abbia modificato le policy di gestione dei lavoratori, ma il 57% dei lavoratori è convinta che invece la leadership non abbia implementato modifiche. Più di un lavoratore su quattro sente ancora il peso di una modalità di controllo troppo dettagliata e oppressiva.