Nuovo regolamento UE sulla protezione dati

Il 72% degli IT decision maker italiani ha dimestichezza con la normativa, ma solo il 41% crede in una sua efficace riuscita

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a cura di Giuseppe Saccardi

Buoni voti per gli italiani in materia protezione dati: il 72% delle aziende dimostra di essere aggiornato sulla nuova normativa UE per la protezione dati, contro una media europea del 64%. Solo il 41% però crede in una sua reale efficacia.

La maggioranza pensa infatti che le nuove regole non impediranno alle organizzazioni di continuare a raccogliere dati illegalmente. La percentuale si abbassa ancora sulle questioni pratiche: solo il 18% sembra conoscere il percorso per arrivare a soddisfare in pieno la normativa (media europea 19%). 

Conoscenza dlele normative UE nei paesi europei

Questi i risultati principali che emergono da una ricerca Trend Micro, società attiva a livello internazionale nel settore della sicurezza per il cloud, che ha coinvolto 850 decision maker IT in tutta Europa. Tema della ricerca il nuovo regolamento UE sulla protezione dei dati, ovvero quell’insieme di leggi che ha come obiettivo il rafforzamento della tutela della privacy online per contribuire alla crescita dell’economia digitale europea – con sanzioni in caso di infrazioni che possono arrivare a 100 milioni di euro o al 5% del fatturato globale. 

"Le aziende italiane dimostrano una buona dimestichezza rispetto alla media europea, ma con la ratificazione delle nuove normative prevista per quest’anno c’è ancora molto lavoro da fare. Ogni azienda dovrebbe avviare un processo di compliance per soddisfare i nuovi requisiti sulla protezione dei dati, non solo per le possibili sanzioni di natura economica, ma per aumentare il livello di sicurezza di tutti", ha osservato Gastone Nencini, Country Manager Trend Micro Italia.

Tra gli altri risultati della ricerca:

  • le aziende italiane sono consapevoli che dovranno affrontare una sfida importante, anche se il 16% non è convinto di un realistico successo dell’iniziativa (media europea 26%).
  • l’81% delle aziende pensa che una nuova normativa è necessaria (media europea del 52%) e per soddisfare i nuovi requisiti ha in programma l’aumento dei corsi sulla data protection ai dipendenti (56%), un aumento degli investimenti IT (48%) e la possibile assunzione di un responsabile di protezione dati (44%).
  • 1-2 anni è il periodo realistico per il 47% del campione (39% media europea) che servirebbe a un’azienda per essere in linea con le nuove normative.
  • il 71% dei clienti delle aziende intervistate sta chiedendo più trasparenza sull’ubicazione e trattamento dei suoi dati privati (54% media europea).