Cala il livello di maturità degli open data in Europa

Il livello di maturità degli open data in Europa è calato, ma gli stati membri continuano a investire sul settore.

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a cura di Marina Londei

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L'Unione Europea ha pubblicato il nuovo report sul livello di maturità degli open data nei paesi membri, affiliati e candidati. L'analisi è una misurazione dello sviluppo delle policy nazionali nel campo degli open data, ovvero dei dati liberamente accessibili e distribuibili.

Il report, redatto raccogliendo i risultati delle autovalutazioni dei paesi, considera quattro metriche principali per misurare il livello di maturità degli open data: le policy adottate dallo stato, l'impatto degli open data sulle attività, le funzionalità del portale per l'accesso ai dati e la qualità delle misure di controllo adottate dai manager del portale. Le metriche mirano a quantificare il livello di sviluppo dei dati aperti in ciascuna nazione partecipante, considerandone diversi aspetti e casi d'uso.

Lo stato degli open data in Europa

I risultati dell'ultimo report mostrano un calo generale della maturità degli open data rispetto all'anno precedente: ciò è dovuto in parte a una revisione del funzionamento delle metriche e in parte alle condizioni socio-economiche attuali. La carenza di talenti ha avuto un forte impatto anche nell'ambito dei dati aperti: molti paesi hanno lamentato una grave carenza di personale qualificato per la gestione delle strategie di open data. Anche la mancanza di risorse finanziare e di supporto legale ha rallentato l'evoluzione del settore, aggiungendo nuove sfide a quelle esistenti e riducendo l'impatto dei dati aperti sulle attività tecnologiche dei paesi.

L'Ucraina, a causa del suo coinvolgimento nel conflitto, ha rallentato l'innovazione, sia per via dell'assenza di personale che per l'indisponibilità dei sistemi informatici. D'altra parte, però, i diversi governi hanno affermato di aver sfruttato i dati aperti per monitorare i livelli di energia in uso e per facilitare l'integrazione dei rifugiati ucraini nella società.

In preparazione alla direttiva Europea per l'uso libero dei dati nel settore pubblico, gli stati stanno individuando i domini di dataset ad alta priorità, che saranno i primi a essere pubblicati: le categorie di dati di maggior interesse pubblico sono la geospaziale, ambientale, metereologica e statistica. I paesi dell'Unione stanno inoltre lavorando per assicurare l'interoperabilità sia tra i dataset della propria nazione che con quelli esteri.

In calo invece l'impatto del settore sulle attività dei paesi. Sebbene gli stati si siano dimostrati interessati all'uso degli open data e a garantirne la massima qualità, non riescono ancora a valutare con chiarezza quale sia stato l'effetto degli open data sull'economia del paese.

Il report ha inviduato otto paesi con le performance migliori nel settore, tra i quali spicca anche l'Italia. Questi paesi possono vantare policy solide e un'ottima coordinazione delle attività, con diversi ecosistemi attivi di alto valore.

L'Unione Europea può contare un buon livello di maturità degli open data, nonostante la leggera battuta d'arresto dovuta alla crisi economica mondiale. Nei prossimi mesi entreranno in vigore nuove regolamentazioni per l'uso dei dati aperti e gli stati devono prepararsi a mettere in pratica i nuovi requisiti.