OpenStack Italy: la strada open per il cloud

OpenStack si conferma la soluzione che apre la strada ad un cloud flessibile e dinamico e la piattaforma software aperta per evolvere verso un cloud federato

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a cura di Giuseppe Saccardi

Si è svolto il 28 di settembre presso la sede di Enter a Milano  l'evento annuale dedicato  alla Community italiana di OpenStack, la di fatto  più grande e diffusa piattaforma aperta per lo sviluppo di ambienti cloud e largamente adottata dai service provider e dagli operatori di tutto il mondo.

I lavori, che hanno  visto un'ampia partecipazione nazionale e internazionale, sono stati aperti da Mariano Cunietti, CTO e Cloud & Hosting BU Manager di Enter, service provider che  è diventato negli anni un riconosciuto e qualificato  operatore  nazionale e paneuropeo nel campo dei servizi e del cloud e che su OpenStack ha  da sempre puntato per i propri sviluppi.

Gli interventi degli esperti sono poi proseguiti in primis con quello di Jonathan Bryce, Executive Director della OpenStack Foundation.

Di fronte ad una platea qualificata e attenta Bryce ha  evidenziato  il perché del successo di una community e di una soluzione che per cui l'interesse di aziende e operatori continua a crescere.

Il motivo fondamentale, ha osservato, è dovuto alla complessità crescente che caratterizza le infrastrutture IT. Con il computing e la gestione dei dati che diventa sempre più complessa vi è la necessità  di distribuirli e movimentarli su più ambienti, far fronte  alle esigenze delle applicazioni in tempi rapidi e non ultimo rispondere a quanto stabilito dalle normative, tutte cose che necessitano un ambiente che possa essere gestito e riconfigurato facilmente.

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Jonathan Bryce

Naturalmente, ha illustrato Bryce, OpenStack è andato evolvendo anche con il contributo della community per far fronte  ai nuovi sviluppi nel campo delle infrastrutture e delle tecnologie, con l'obiettivo di favorirne la diffusone e la interazione.

In questa direzione sono andato ad esempio gli sviluppi  per quanto concerne  la virtualizzazione delle funzioni di rete (NFV). Sempre più OpenStack viene usato  in abbinamento con la tecnologia NFV nei data center al fine di erogare facilmente nuovi servizi Cloud, in particolare servizi di Comunicazione come quelli offerti dai provider.

Va  anche osservato, ha considerato Bryce, che OpenStack si cala in una realtà di seconda generazione per quanto concerne la forte evoluzione in corso, che oltre ad esso vede diffondersi paradigmi quali la virtualizzazione delle reti e i container, oltre che  la bare metal automation.

In questa evoluzione Cloud Foundry, Kubernets e Mesos sono un esempio delle tecnologie che su OpenStack hanno trovato un ambito su cui girare in modo ottimale.

Un altro paradigma che trova in OpenStack una risposta è quello dell'Edge Computing, una realtà che interessa i provider di servizi  di tutto il mondo.

Quello dell'Edge Computing è peraltro un trend che  sta sollevando l 'interesse di colossi dell'IT come Microsoft, Amazon e numerosi fornitori di public cloud  perché sta crescendo enormemente la richiesta  di cloud  in numerosi nuovi campi di utilizzo, complice in questo  anche la diffusione dell'IoT, e che spaziano dalla  automotive alla domotica, al controllo di infrastrutture industriali distribuite e di servizi su larga scala.

Ma un altro fatto interviene  a sollevare l'interesse del cloud computing. Man mano che aumentano i fruitori di servizi dati a livello periferico, diviene sempre più interessante disporre di soluzioni economiche e flessibili in grado di portare servizi in loro prossimità, evitando così di sovraccaricare i sistemi centrali o le reti di backbone.

Una delle chiavi del successo di OpenStack, ha concluso il suo intervento  Bryce, risiede nella trasversalità con cui viene adottato da aziende di dimensioni che vanno da pochi dipendenti  sino alle grandissime corporate con decine di migliaia di dipendenti. In pratica, un sistema operativo per il cloud adatto a tutti.

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Dimensione delle aziende che adottano OpenStack

Verso un mondo federato

Pur in un quadro che, per quanto concerne la ulteriore diffusione di OpenStack si delinea come molto positivo, esistono tuttavia fattori che possono contribuire a rallentarla a meno che non si rafforzino politiche adatte.

Un modo, suggerisce Cunietti, è di sostituire a un modello  di business basato sulla "competiton" tra operatori un modello basato sulla "coopetition", realizzando una federazione che riducendo i contrasti e favorendo la collaborazione faciliti  lo sviluppo e la diffusione di servizi e, in definitiva, la crescita del business per tutti i federati.

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Mariano Cunietti

Enter si è peraltro già avviata lungo questo percorso con un approccio sempre più centrato sulle esigenze del business e delle applicazioni (un approfondimento  si trova su Enter: un approccio Open e agnostico al Business Cloud).

 Evolvere in modalità federata permette di  ottenere numerosi benefici, evidenzia il manager di Enter. Ad esempio,  diventa possibile condividere capacità,   migliorare la resilience delle infrastrutture che erogano i servizi, condividere esperienza e la varietà dei servizi medesimi. 

In pratica,  Cunietti suggerisce di fare proprio il motto di Chuck Barris che dice "Il cinquanta per cento  di qualcosa  è meglio  del cento per cento di niente". Difficile non essere d'accordo.