Oracle: sui Big Data l'EMEA non è pronta

Secondo il Big Data Readiness Report stilato da Quocircaper conto della società di Larry Ellison, c’è ancora molta confusione sulle opportunità e le modalità per sfruttare questa disponibilità di informazioni, soprattutto rispetto ai cambiamenti che impongono.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Oracle ha utilizzato la ricerca Oracle Next Generation Datacentre Index come opportunità per verificare le percezioni e la capacità di comprensione rispetto ai Big Data, presso circa mille aziende tra Europa, Medio Oriente e Russia. È stato così prodotto un specifico report, il Big Data Readiness Report.

Secondo quanto riportato dagli analisti, emerge che non c’è unità di vedute sulle caratteristiche principali dei Big Data. Al contempo viene messo in luce il clima di confusione che avvolge le dinamiche di cambiamento necessarie per implementare i Big Data; nello specifico alcune aziende ritengono che si verificherà un cambiamento radicale, mentre altre che sarà necessario solo intervenire con progetti di integrazione alle tecnologie già esistenti.

È il concetto stesso di Big Data a non essere stato pienamente compreso. Probabilmente per questo, tre quarti delle aziende intervistate non attribuiscono grande importanza ai Big Data. Russia e Penisola Iberica sono le aree in cui tale giudizio ha raggiunto le percentuali maggiori.

Le altre 250 imprese circa, soprattutto quelle del Regno Unito, considerano i Big Data come un elemento differenziante o come aspetto della massima priorità per i prossimi due anni.

Telecomunicazioni (61%) e utility (41%) sono i settori in cui queste tecnologie sono ritenute molto importanti, mentre presso sanità (35%) e retail (31%) è ritenuta poco rilevante. Un dato, quest'ultimo, che stupisce, considerando le potenzialità nell'analisi delle dinamiche di spesa, ma probabilmente è ancora prematura l'applicazione di soluzioni analitiche a qualcosa più che i prezzi.

D'altro canto va considerato che un campione di mille aziende in territorio così vasto non può avere la presunzione di essere statisticamente validante. Un'idea più precisa può derivare dalla lettura dell'intero report, scaricabile qui.