Per la Gen Z lo smart working è una condizione essenziale nella scelta del lavoro

I giovani lavoratori considerano lo smart working una condizione essenziale nella scelta delle opportunità lavorative.

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a cura di Marina Londei

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Per la generazione Z italiana lo smart working è una condizione fondamentale nella scelta del posto di lavoro: è ciò che emerge da Future-Proof, lo studio condotto da Dell Technologies in collaborazione con la società di ricerche Savanta ComRes.

I giovani intervistati, in particolare quelli nella fascia d'età 18-26, hanno affermato che la possibilità di scegliere dove e come lavorare è un aspetto centrale nella valutazione delle opportunità professionali: il 63% del campione coinvolto ha citato lo smart working come un elemento condizionante nella scelta del posto di lavoro.

"Non stupiscono i dati di questo studio e le aziende di qualsiasi dimensione e settore ne devono tenere conto, visto che la Gen Z è quella che caratterizzerà – e condizionerà –il mondo del lavoro nei prossimi anni" ha affermato Filippo Ligresti, vp & gm di Dell Technologies Italia. "Nel prossimo futuro - contraddistinto da una modalità ibrida di lavoro tra remoto e in presenza - sarà fondamentale basare la cultura aziendale sul concetto di trust".

Secondo Ligresti i business leader dovranno evolversi per rispondere alle richieste dei propri dipendenti e assicurare il massimo benessere in qualsiasi contesto lavorativo. La chiave del successo sarà costruire politiche di lavoro premianti per aumentare la produttività e la lealtà dei collaboratori.

Lo studio ha inoltre analizzato il livello di competenze digitali in Italia, evidenziando grosse mancanze nel sistema educativo: il 50% degli intervistati ha affermato di non aver ricevuto un'adeguata preparazione in termini di conoscenze tecnologiche funzionali ai propri obiettivi di carriera.

1 giovane su 2 ha dichiarato di aver appreso a scuola solo competenze digitali di base, mentre il 14% sostiene di non aver ricevuto alcuna istruzione in ambito tecnologico.

Gli italiani intervistati chiedono a tal proposito di migliorare la fruizione dei corsi di tecnologia e renderli disponibili su più livelli di istruzione, eventualmente rendendoli obbligatori fino ai 16 anni di età.

I risultati italiani sono in linea con quelli globali: i giovani che hanno appena cominciato o inizieranno a breve la loro carriera intendono mettere al centro la tecnologia ed esigono maggiore flessibilità sul posto di lavoro.