Perché Scandit punta sull’automazione «incrementale»

Rilanciare il retail con una spesa minima? Possibile se si sceglie un'automazione digitale che va per incrementi, usando l'hardware esistente e puntando sul software

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a cura di Antonino Caffo

L’automazione incrementale insieme a computer vision, realtà aumentata e mobilità, crea un mix veloce, e a basso costo, per trasformare digitalmente il mondo del retail.

Lo evidenzia McKinsey, di cui uno studio recente riferisce che i tipici rivenditori di generi alimentari e gli ipermercati devono affrontare una pressione sui margini di 100-150 punti base, mentre i grandi magazzini e i negozi di abbigliamento hanno una pressione sui margini due volte più alta.

Secondo Scandit, società di consulenza, un programma di automazione completo può compensare in modo significativo questi venti contrari, come suggeriscono gli esempi di Amazon Go e di Kroger.

L'uso di smartphone a prezzi accessibili per aumentare le attività in ambito retail e il personale qualificato consente di superare un collo di bottiglia chiave che il rapporto McKinsey evidenzia.

Scandit cita l’inerzia interna come un motivo chiave per non investire in tecnologia come il self-checkout e il shelf-scanning. È pur vero che il progresso della tecnologia mobile e delle soluzioni basate su software evita la necessità di aggiornamenti che richiedono enormi sforzi economici.

Facendo leva sui codici a barre esistenti e sostituendo l'hardware di scansione dedicato e costoso con soluzioni per smartphone, si ottengono notevoli risparmi sui costi dell'hardware tradizionale e di manutenzione e assistenza.

In questo modo i rivenditori possono vedere notevoli vantaggi in termini di efficienza e conseguenti opportunità di puntare dei processi.

McKinsey fa notare che l’opportunità di automazione nel retail va oltre la semplice gestione dei negozi. Più in generale, i robot intelligenti possono immagazzinare, prelevare e scaricare i prodotti dai pallet e trasportarli, calcolando al contempo i percorsi ottimali.

Gli addetti al magazzino che utilizzano smartphone per queste attività, lo fanno con una velocità e una precisione che si riflette sui profitti.

L’unione della computer vision e dell’AR sugli smartphone permette dunque ai retailer di sperimentare i benefici dell’automazione e di reingegnerizzare in modo incrementale altri processi lungo tutta la catena di fornitura.

Questo senza nessuna interruzione e a un costo irrisorio. Che si tratti del controllo dei prezzi in tempo reale, del prelievo delle scorte o della clientela, i rivenditori possono partecipare alla visione di McKinsey, ma ad una frazione del prezzo, peraltro continuando a svolgere le proprie attività.