L'archiviazione nearline

Sistemi proprietari, soluzioni di fascia alta, architetture obsolete possono essere superate con il software defined storage aperto, sfruttando macchine x86 standard e a basso costo.

Avatar di Gaetano Di Blasio

a cura di Gaetano Di Blasio

L'applicazione di questa piattaforma che i primi clienti hanno subito apprezzato è la possibilità di realizzare storage array su macchine x86 per effettuare un'archiviazione "nearline" a basso costo.

Questo è possibile perché, di fatto, Red Hat Storage Server fornisce un NAS (Network Attached Storage) open source di tipo scale-out, che si combina con la piattaforma di accesso unificato di derivazione Gluster.

"Lo storage di fascia alta è giusto che venga impiegato per i dati critici", sostiene Sternagl, purché non sia semplicemente per archiviarli. In questo caso, infatti, prestazioni e ottimizzazioni non sono necessarie o possono essere applicate a monte.

La soluzione Red Hat, invece, consente di astrarre i dati dall'hardware, conferendo scalabilità su macchine standard, in maniera flessibile e senza interrompere i servizi applicativi.

Red Hat Storage Server, affermano presso la società, garantisce la compatibilità POSIX nativa e il supporto dei protocolli CIFS, NFS e http, risultando gestibile da sistemi di management e backup tra i più diffusi.

Un'altra caratteristica evidenziata dai responsabili Red Hat a proposito dell'archiviazione nearline è l'alta disponibilità, resa possibile dalla replica automatica dei dati, con elevata capacità di rirpristino, anche in caso di guasto hardware, grazie a funzioni di autocorrezione.