ServiceNow, il 56% degli executive vorrebbe investire in digital transformation

Il dato emerge da “The Work Survey”, l’ultima ricerca di ServiceNow condotta da Wakefield Research <image004.jpg>Lo studio ha approfondito l’impatto che la pandemia ha avuto sul mondo del lavoro e mostra come il 61% degli executive nel settore industriale ritenga che le diverse normative, anche a livello geografico, abbiano rappresentato una sfida durante la pandemia. Un ulteriore 54% ha affermato che la gestione di persone e processi che non possono operare da remoto rappresenta una barriera al progresso. Un ambiente in veloce trasformazione L’85% degli executive ha dichiarato che la situazione ha dato alle proprie aziende la possibilità di ripensare a come le attività vengono svolte e l’87% sostiene che la pandemia abbia permesso di sviluppare modi di lavorare nuovi e migliori. Il cambiamento verso nuovi modelli è stato ampio, rapido e più veloce del previsto, secondo l’85% degli executive e l’87% dei dipendenti. L’innovazione è stata rapida ma la strada è ancora lunga Nonostante i cambiamenti adottati finora c’è ancora molto lavoro da fare, per assicurare che le innovazioni siano a lungo termine. Il 61% degli intervistati ha infatti affermato che le proprie organizzazioni non hanno ancora un sistema completamente integrato per gestire i workflow digitali e il 94% ha confessato di utilizzare ancora molti workflow offline. Nonostante la situazione, la consapevolezza circa la necessità di un cambio è chiara. Il 59% degli executive ha infatti dichiarato che i fondi risparmiati durante la pandemia dovrebbero essere investiti in progetti di digital transformation, una volta passata la situazione di crisi. Il futuro del lavoro Nel settore manifatturiero, il lavoro da remoto rimane una preoccupazione. Il 53% del campione teme gli effetti che potrebbe avere sull’erogazione dei servizi o la consegna dei prodotti e il 52% una riduzione della collaborazione tra business unit. Nonostante questo, il 94% ha sperimentato dei benefici dalle pratiche di lavoro da remoto e il 48% un migliore equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata. Il 54% dei dipendenti è convinto che il ritorno alla normalità dopo la pandemia possa rappresentare una sfida ma il 59% dei lavoratori e il 53% degli executive pensa che mantenere i cambiamenti effettuati in questo periodo possa trasformarsi in una maggiore produttività. “La digital transformation nel settore industriale ha avuto un’accelerazione significativa negli ultimi 12 mesi, ma c’è ancora molto da fare”. Ha dichiarato Uwe Vieth, Senior Director di ServiceNow. “La pandemia si è aggiunta alla già incerta situazione globale. I cambiamenti nella supply chain e quelli dovuti al lavoro da remoto hanno reso la resilienza operativa una prerogativa ancora più fondamentale. La digitalizzazione del lavoro sarà un fattore chiave per proteggersi dai rischi e rispondere alle esigenze dei clienti”.

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a cura di Antonino Caffo

Secondo una ricerca commissionata da ServiceNow a Wakefield Research, il 56% degli executive vorrebbe investire i fondi risparmiati durante la pandemia in progetti di digital transformation.

Il dato emerge da “The Work Survey”, che coinvolto 900 executive C-Level e 8.100 dipendenti professionisti di aziende con oltre 500 dipendenti nei seguenti Paesi: Australia, Francia, Germania, Giappone, India, Irlanda, Olanda, Nuova Zelanda, Singapore, UK e USA.

Wakefield ha esaminato tutti i mercati, ma i risultati evidenziano differenze significative tra i dipendenti dei seguenti cinque mercati chiave: servizi finanziari, healthcare, manufacturing, telecomunicazioni e settore pubblico.

Lo studio ha approfondito l’impatto che la pandemia ha avuto sul mondo del lavoro e mostra come il 61% degli executive nel settore industriale ritenga che le diverse normative, anche a livello geografico, abbiano rappresentato una sfida durante la pandemia.

Un ulteriore 54% ha affermato che la gestione di persone e processi che non possono operare da remoto rappresenta una barriera al progresso.

L’85% degli executive ha dichiarato che la situazione ha dato alle proprie aziende la possibilità di ripensare a come le attività vengono svolte e l’87% sostiene che la pandemia abbia permesso di sviluppare modi di lavorare nuovi e migliori. Il cambiamento verso nuovi modelli è stato ampio, rapido e più veloce del previsto, secondo l’85% degli executive e l’87% dei dipendenti.

Nonostante i cambiamenti adottati finora c’è ancora molto lavoro da fare, per assicurare che le innovazioni siano a lungo termine. Il 61% degli intervistati ha infatti affermato che le proprie organizzazioni non hanno ancora un sistema completamente integrato per gestire i workflow digitali e il 94% ha confessato di utilizzare ancora molti workflow offline.

Nonostante la situazione, la consapevolezza circa la necessità di un cambio è chiara. Il 59% degli executive ha infatti dichiarato che i fondi risparmiati durante la pandemia dovrebbero essere investiti in progetti di digital transformation, una volta passata la situazione di crisi.

Nel settore manifatturiero, il lavoro da remoto rimane una preoccupazione. Il 53% del campione teme gli effetti che potrebbe avere sull’erogazione dei servizi o la consegna dei prodotti e il 52% una riduzione della collaborazione tra business unit. Nonostante questo, il 94% ha sperimentato dei benefici dalle pratiche di lavoro da remoto e il 48% un migliore equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata.

Il 54% dei dipendenti è convinto che il ritorno alla normalità dopo la pandemia possa rappresentare una sfida ma il 59% dei lavoratori e il 53% degli executive pensa che mantenere i cambiamenti effettuati in questo periodo possa trasformarsi in una maggiore produttività.

«La digital transformation nel settore industriale ha avuto un’accelerazione significativa negli ultimi 12 mesi, ma c’è ancora molto da fare» ha dichiarato Uwe Vieth, Senior Director di ServiceNow. «La pandemia si è aggiunta alla già incerta situazione globale».

«I cambiamenti nella supply chain e quelli dovuti al lavoro da remoto hanno reso la resilienza operativa una prerogativa ancora più fondamentale. La digitalizzazione del lavoro sarà un fattore chiave per proteggersi dai rischi e rispondere alle esigenze dei clienti».