Sfide e benefici della migrazione al cloud ibrido

I suggerimenti di un esperto sul come migrare al cloud ibrido e quali sono gli aspetti critici e i benefici che si ottengono

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a cura di Giuseppe Saccardi

Lo scenario  di mercato fa si che per mantenere invariata o meglio ancora incrementare la propria competitività le aziende introducano applicazioni innovative con l’obiettivo di migliorare i processi di business e l'efficienza complessiva.

Il problema però è che per sostenere elevati ritmi di innovazione è richiesta la capacità di mantenere il pieno controllo sulla spesa per il data center, un elemento spesso difficile da affrontare per molte organizzazioni, ancher d medie e grandi dimensioni con un team adeguato.

Utilzzo del Cloud

Il ricorso al Cloud tout court o ibrido da parte delle aziende

Ma, dato il problema, osserva Paul Dignan, Field Systems Engineer di F5 Networks, esiste una via d’uscita: la crescente disponibilità e affidabilità delle soluzioni di cloud pubblico consente infatti di combinare i data center privati con le risorse cloud pubbliche formando un unico ambiente cloud di tipo ibrido.

Con la migrazione delle applicazioni ai servizi cloud in base a determinati criteri, come le policy di protezione dei dati o gli accordi legali che definiscono come l'applicazione possa essere sostenuta dalle tecnologie cloud, un numero crescente di aziende stanno oggi affrontando la migrazione al cloud ibrido e i benefici che ne derivano. I dati IDC sono significativi. Evidenziano che entro la fine di quest’anno oltre il 65% delle imprese starà utilizzando tecnologie di cloud ibrido.

Ma i problemi nondimeno esistono, mette in guardia il tecnologo. Prima di ottenere un deployment completo del cloud ibrido esistono alcuni ostacoli che devono essere superati. Vediamoli brevemente.

I punti critici del cloud ibrido

Il primo ostacolo consiste nel fatto che tutte le applicazioni trasferite nel cloud devono essere necessariamente supportate da una serie di servizi che siano in grado di garantire livelli elevati di sicurezza e prestazioni: tutto questo richiede del tempo e ha un costo materiale e immateriale.

Un secondo aspetto è che per supportare la propria infrastruttura le organizzazioni IT spesso utilizzano una varietà di soluzioni fornite da fornitori diversi. Riuscire a consolidare le soluzioni focalizzandosi su un unico fornitore può rivelarsi difficile.

Ultimo ma parimenti importante è che l'idea di abbandonare una soluzione on-premise dove il livello di controllo è elevato ed è stato effettuato un investimento consistente, ed esternalizzare i propri sistemi a fornitore di servizi cloud, rimane per molti una prospettiva poco attraente.

Allora, che fare? Naturalmente si tratta di ostacoli che possono essere superati e la soluzione, suggerisce Dignan può consistere nel far sì che il processo di migrazione al cloud ibrido avvenga in modo semplice e sicuro per le aziende, e questo può accadere attraverso l’adozione di un approccio alla sicurezza che passi da progetti in costante sviluppo ed evoluzione.

In questo contesto, fondamentali possono rivelarsi l'isolamento degli utenti a livello di rete o a livello di storage e altre misure che garantiscano di avere in atto un'adeguata protezione contro gli attacchi.

Rimossi i problemi rimangono i benefici

Superati gli ostacoli, restano i consistenti benefici che ambienti cloud ibridi comportano per le aziende. I principali derivano dalla prospettiva di mantenere un'infrastruttura IT on-premise, in grado di supportare il carico di lavoro normale e quotidiano dell’azienda, avendo allo stesso tempo la possibilità di sfruttare il cloud pubblico per gli eccessi nella domanda, quando il carico di lavoro supera la potenza di calcolo dell’ambiente cloud privato.

Da non trascurare è anche il beneficio che deriva dall’agilità degli ambienti cloud ibridi: usufruire di servizi che possano essere orchestrati facilmente permette di semplificare il processo di come rendere disponibili le applicazioni, pur garantendo la sicurezza, grazie alla possibilità di mantenere le infrastrutture critiche on premise.

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Paul Dignan

In gioco 84,64 miliardi di dollari

La progressione verso ambienti cloud totalmente ibridi è sicuramente in corso e le cifre lo testimoniano. Come dire carta canta. Una recente ricerca condotta da MarketsandMarkets citata da F5 Networks evidenzia che il mercato cloud ibrido potrebbe passare dagli attuali 25,28 miliardi di dollari nel 2014 a 84,64 miliardi di dollari entro il 2019. Se poi fosse anche qualche miliardo di meno di certo la tendenza non perderebbe di significato.

Sono tassi di crescita che non solo dimostrano come le aziende stiano investendo pesantemente nella migrazione al cloud ibrido ma anche come le organizzazioni siano sempre più consapevoli dei benefici che questa tecnologia può loro offrire.

In conclusione, osserva Dignan, semplificando i sistemi IT a vantaggio delle organizzazioni, nonché la delivery delle applicazioni di business, un ambiente cloud ibrido ha il potenziale per realizzare grandi benefici in termini di diminuzione di costi e tempistiche operative, riducendo nel contempo i rischi di sicurezza.

In prospettiva, in futuro il modello del cloud ibrido comporta che l’implementazione e gestione di più data center diventi una cosa del passato e che più tempo e risorse possano essere focalizzate sull'innovazione e la produzione di applicazioni di qualità elevata, che a loro volta consentiranno alle aziende di crescere e mantenere la propria competitività.