Siemens posa a Milano la prima pietra della nuova sede

L'evento, a cui ha partecipato Matteo Renzi, concretizza un modo di lavorare dove 1700 dipendenti coopereranno in base ai principi avanzati dello Smart Working

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a cura di Giuseppe Saccardi

Siemens ha inaugurato la posa della prima pietra della sua nuova sede milanese. L'evento ha visto la presenza del suo management, in primis il suo presidente e AD Federico Golla, e il presidente del consiglio Matteo Renzi, oltre rappresentanti delle istituzioni, mondo industriale e della stampa nazionale.

La struttura, che sta sorgendo in Via Vipiteno, si trova accanto ad un edificio già esistente, che sarà integrato e connesso con il nuovo edificio. Al suo interno, inoltre, ci saranno una palestra, un centro di formazione, una sala conferenze e spazi pensati per la socializzazione e la creazione di idee.

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L'AD di Siemens Federico Golla e il presidente del consiglio Matteo Renzi

Si tratta, ha spiegato Federico Golla, della concretizzazione di una nuova filosofia di spazio lavorativo che porta le persone in ufficio, oltre che per svolgere la propria attività, anche per socializzare ed interagire, aggiungendo al livello professionale quello informale e di condivisione, in modo da incoraggiare lo scambio e facilitare le relazioni.

E' un modo per stimolare l'autonomia e la libertà dei lavoratori, due elementi che Siemens Italia porta avanti dal 2011, anno in cui ha deciso di implementare un innovativo modello di lavoro più flessibile e autonomo, dando la possibilità ai propri dipendenti e collaboratori di lavorare in totale indipendenza ma, al tempo stesso, con grande responsabilizzazione individuale.

"Il nostro futuro quartier generale sarà un esempio di innovazione ed eco sostenibilità, portatore di investimenti per l'Italia e per Milano, la casa di Siemens in Italia da 117 anni L'idea alla base è quella di dare ai nostri dipendenti e ai milanesi una sorta di città Siemens, che riassuma a 360 gradi la nostra filosofia di comunità del futuro, fatta non solo di lavoro, ma anche di condivisione, integrazione, scambio reciproco e tutela ambientale", ha dichiarato Golla.

La posa della prima pietra cade simbolicamente nell'anno che è il duecentesimo anno dalla nascita del suo fondatore, Ernst Werner von Siemens.

Uno degli elementi portanti del piano riguarda la trasformazione di Siemens nel primo grande polo industriale a zero emissioni entro il 2030, con un primo obiettivo intermedio di ridurre del 50% i livelli di emissione di C02 già entro il 2020.

A questo si aggiungono gli sforzi e gli investimenti che, sempre nell'ambito della nuova Vision aziendale, sono volti a espandere la pr4senza di Siemens nei campi dell'automazione, digitalizzazione ed elettrificazione.

E' una visione a lungo termine, ha spiegato il manager, che punta a rendere l'azienda protagonista di quella che è stata indicata come la quarta rivoluzione industriale, attraverso politiche di sostenibilità ed efficientamento energetico, digitalizzazione delle imprese e sviluppo di infrastrutture intelligenti.

Il punto sull'innovazione in Italia

Nel corso dell'evento sono stati illustrati i risultati di una indagine commissionata da Siemens che ha avuto lo scopo di esplorare la propensione all'innovazione del mondo economico e produttivo italiano per quanto concerne anche tre filoni core per le attività future di Siemens: Manufacturing, Sustainable Energy e Intelligent Infrastructure. Aspetti che riconducono al grande tema trasversale della Digitalizzazione.

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Propensione ad innovare per settore

La ricerca ha coinvolto 420 aziende e ha avuto l'obiettivo di rilevare le positività, e il modo in cui le aziende italiane guardano alle opportunità offerte dalle nuove frontiere produttive abilitate dalla digitalizzazione.

In generale, la ricerca ha confermato che sono una minoranza le aziende che introducono innovazioni in senso stretto (di prodotto o processo) nell'ambito della propria attività, e lo fanno soprattutto per ridurre i costi di produzione o manutenzione, autofinanziandosi, e in minoranza stringendo rapporti di cooperazione o collaborazione con enti esterni.

Sono un quinto del campione le aziende che hanno dichiarato di avere introdotto almeno una innovazione di prodotto o di processo negli ultimi tre anni, e poco più di una su dieci quelle che hanno intrapreso un'azione brevettuale o di registrazione di prototipo o marchio per tutelare la propria innovazione.

Non sorprende di certo il fatto che la riduzione dei costi a livello complessivo (produzione, manutenzione, ciclo di vita dell'impianto) è quello che motiva più di ogni altro la ricerca di innovazioni da parte delle aziende. L'autofinanziamento è poi la principale forma di copertura delle innovazioni.

Quasi metà delle aziende del campione totale sono anche pronte a sviluppare accordi di cooperazione per incrementare lo sviluppo di innovazione.

La cooperazione e in generale il coinvolgimento di partner per lo sviluppo di innovazione è di fatto una necessità delle aziende italiane: il personale interno non viene valutato in modo adeguato dagli stessi intervistati, sia rispetto all'innovazione sia rispetto alle soluzioni e i servizi di digitalizzazione.

Significativo è che solo due aziende su dieci hanno personale interno dedicato all'innovazione, e una quota un po' inferiore risorse indirizzate alla digitalizzazione.

Se ci si sposta sul piano delle conoscenze professionali le aziende pensano sia necessario sviluppare soprattutto quelle tecniche, ma anche la crescita in area amministrativa e finanziaria, nonché nelle capacità umanistiche-relazionali, è ritenuta importante per la formazione delle risorse interne.

Il futuro prossimo venturo

Per il futuro sono tre su dieci le aziende che sono pronte ad investire in soluzioni di digitalizzazione che permettano la semplificazione della propria attività, o la riduzione di costi, o l'introduzione di servizi innovativi per il proprio mercato.

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Tipologie di dati raccolti

La considerazione congiunta della propensione espressa verso innovazioni specifiche analizzate nelle aree Sustainable Energy, Intelligent Infrastructure, Future of Manufacturing, e Big Data, evidenzia una quota del 31% di aziende disposte nel prossimo futuro a valutare l'investimento nell'adozione di nuove modalità di gestione e distribuzione dell'energia, o macchinari digitalizzati fino ad arrivare all'industria 4.0, o nuovi software o modalità innovative di archiviazione dei propri big data.

L'approfondimento dedicato ad alcuni servizi digitali avanzati, come per il Cloud, mostra che una quota rilevante di aziende ha già seguito piani di rinnovamento delle proprie reti informatiche, e una quota non marginale intende farlo in un prossimo futuro.

Per quanto concerne la Mobilità, mostra una propensione ad investire in innovazione circa un quarto delle aziende che operano nel trasporto di persone e merci.

Si osserva una generale minore attenzione allo sviluppo di soluzioni innovative da parte del settore della mobilità, a meno che non si tratti di digitalizzazione: il personale dedicato all'innovazione è decisamente inferiore alla media, quello dedicato alla digitalizzazione più in linea.

Nell'ambito della digitalizzazione il 26% delle aziende intervistate ha affermato di raccogliere e conservare Big Data, soprattutto relativi a transazioni commerciali e transazioni finanziarie.

I Big Data hanno la funzione prevalente di aiutare la programmazione delle scelte aziendali, e di migliorare l'efficienza delle attività svolte; per quasi un quarto delle aziende le informazioni raccolte servono invece per la manutenzione degli impianti di produzione.

In questo processo evolutivo Siemens si prefigge di ricoprire un ruolo fondamentale per le aziende nazionali e l'intero sistema paese.

L'azienda, ha evidenziato la ricerca, gode di valutazioni largamente positive come consulente nell'area della digitalizzazione: questo è il parere del 70% degli intervistati che conoscono e considerano positivamente il posizionamento dell'azienda in questo ambito, mentre cinque aziende su dieci ritengono Siemens possibile partner nel processo di digitalizzazione.