Sirmi: Digital Technolgy ancora in calo nel 2° trimestre

Continua la discesa del mercato ICT italiano anche nel secondo trimestre dell'anno, con il software che rimane sostanzialmente in posizione flat e gli altri comparti in calo. Solo i servizi cloud e i tablet continuano a fare bene

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a cura di Paola Saccardi

Sirmi ha diffuso i dati raccolti nel secondo trimestre del 2013 sull'andamento del mercato della Digital Technology, che mostrano ancora un generale calo del settore, sia per quanto riguarda il comparto IT sia le TLC. Come già nelle precedenti analisi ci sono dei comparti che, in ogni caso rimangono in  crescita, come quello dei tablet nel segmento dei pc e quello del cloud computing nel segmento servizi di gestone.

Il fenomeno cloud, fa sapere Sirmi, ha generato nel 2012 un volume di spesa complessivamente pari a 706 milioni di euro, che nell'anno in corso è atteso aumentare a quota 835 milioni di euro, con un incremento del +18,2%. In dettaglio, il mercato ICT italiano nel secondo trimestre ha riportato per quanto riguarda il settore IT un calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre  le TLC sono scese del 2,4%. 

Nel comparto IT la peggior performance è quella del comparto hardware che nel trimestre in questione ha riportato un calo del 4% rispetto all'anno scorso. Seguono i servizi di sviluppo che sono calati del 3,4%, i servizi di gestione del 2,5 e  il software che è l'unica componente positiva ha riportato un incremento dello 0,3%.

Il mercato delle TLC, invece, ha visto  maggiormente penalizzata la componente fissa che è decresciuta  del 2,8% rispetto al pari trimestre dell'anno precedente, mentre la componente mobile è scesa del 2,2%. A livello di volume totale raggiunto dalla spesa end user  Sirmi ha riportato la cifra di 13,9 miliardi di euro circa. Per quanto riguarda le stime sull'intero anno 2013, la società di analisi intravede un lieve segnale di recupero con la chiusura di fine anno che è prevista in calo del 2,1% rispetto al 2012,  ma comunque in miglioramento rispetto alla variazione anno su anno dell'anno scorso sul 2011 che si è attestata al -3,5%.