Startup adottate dalle imprese per spingere l'innovazione

Il digital hub Tilt inaugura un modello innovativo per supportare la crescita delle nuove imprese. Teorema Engineering si allarga e investe in una nuova sede

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a cura di Gaetano Di Blasio

Tilt (Teorema Innovation Lab Trieste), il digital hub creato da Teorema Engineering e Area Science Park in collaborazione con l'Università degli Studi di Trieste e Microsoft, un anno dopo la sua inaugurazione presenta un nuovo modello per supportare l'innovazione e promuovere le proprie startup, un modello assolutamente in linea con i paradigmi del nostro tempo, improntati alla collaborazione.

Si tratta di "Adotta una startup": imprese clienti che non solo acquistano prodotti e/o servizi delle startup, ma supportano le stesse, sia facendo da "sponsor" sia aiutandole a superare quello che è lo scoglio principale per una nuova azienda: capire e affrontare il mercato e le sue dinamiche.

Tre, fra trenta candidate, le startup "adottate": Emoj, FoodChain e Mysnowmaps. Sei le imprese "adottanti": Fincantieri, Illy caffè, Gruppo Principe, Specogna, Geoclima e Azienda Agricola Sancin.

Michele Balbi, fondatore di Teorema, e il suo marketing manager Fabrizio Albergati non possono nascondere l'orgoglio per l'apprezzamento espresso da tutti i partecipanti all'evento di Trieste, dedicato al ruolo delle startup tecnologiche per la competitività e come modello di accelerazione nel processo di Digital Transformation che le aziende nazionali devono affrontare, soprattutto in ottica Industry 4.0 e Smart Manufacturing.

Un modello per accelerare a fase di start

Lo sforzo di Balbi, infatti, nasce dalla consapevolezza che, anche se si parla da tempo delle startup come motore d'innovazione per le aziende che vogliono avviare percorsi di trasformazione digitale e per l'intero Paese, non si arriva a nulla di concreto.

Michele Balbi

Michele Balbi

«Ci sono difficoltà innegabili, come la fuga dei migliori talenti che hanno trovato all'estero in multinazionali solide il terreno fertile per sviluppare un'attività; la mancanza di capitali da investire in R&D che immobilizza molte delle nostre imprese eccellenti; il gap di competenze e know how. Sono stato al CES di Las Vegas dove non ho trovato startup italiane», ammette Balbi.

Questi però aggiunge: «Ci si preoccupa del denaro, ma i soldi sono una cosa facile da trovare, spiega Balbi: «Molto spesso, quando vengono a presentarmi un'idea, mi accorgo che in tanti sono convinti che questa basti per cominciare a guadagnare subito, quando invece occorre lavorare e lavorare».

Nessuno sconforto, però, perché l'imprenditore triestino, grazie al nuovo modello può affermare: «Abbiamo creato una sinergia virtuosa tra istituzioni, aziende, università prossime sul territorio per fondare un ecosistema dove la startup può crescere e proliferare per poi entrare in un'azienda strutturata quando è avviata».

In questo modo, continua Balbi «la startup, insieme alla flessibilità e alla capacità di adattamento, porta all'azienda competenze e tecnologie innovative generando un vantaggio competitivo e trova un laboratorio esteso per la ricerca e lo sviluppo dove insediarsi e integrarsi, così da agevolare la creazione di soluzioni innovative».

Soluzioni che è bene legare alle competenze "italiane" riconosciute in tutto il mondo, come durante la tavola rotonda segnalerà Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, partner tecnologico di Teorema Engineering, spiegando: «Una soluzione innovativa per la cyber security mi aspetto arrivi da Israele, non dall'Italia, ma se la soluzione è legata a un settore in cui siamo noi i leader, allora possiamo contare di essere presi in considerazione (e poter approcciare un mercato più ampio - ndr).