Startup in Italia: oltre 2 miliardi di euro di finanziamenti

Il mercato delle startup italiane ha registrato finanziamenti superiori a 2 miliardi di euro.

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a cura di Marina Londei

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L'analisi dell'Osservatorio Startup Hi-Tech riguardo i finanziamenti delle startup in Italia ha confermato un'importante crescita degli investimenti in questo ecosistema. La crescita deriva in particolare dagli attori formali: il loro contributo è aumentato del 44% rispetto al 2021, per un totale idi 731 milioni di euro.

"Le difficoltà di questo periodo storico non sono state un freno all’innovazione digitale: i progetti innovativi sono stati prevalentemente portati avanti senza impatti negativi, o sono stati addirittura accelerati dalle imprese" ha spiegato Antonio Ghezzi, Direttore dell'Osservatorio Startup Hi-Tech.

Ad oggi gli investimenti in startup hi-tech del nostro paese ammontano a più di 2 miliardi di euro. Sono gli attori formali, ovvero fondi VC indipendenti, fondi CVC aziendali e fondi GVC, a spingere di più sui finanziamenti, mentre gli attori informali hanno registrato un calo nell'ultimo anno.

Questa contrazione dipende sia dalle condizioni socio-economiche attuali in cui versa la società, sia dal fatto che la maggior parte delle startup sono ormai diventate delle scale-up: l'ecosistema è maturato, di conseguenza le operazioni si sono rivolte verso un mercato più formale.

Nonostante questa riduzione, il mercato degli investimenti sulle startup in Italia ha registrato una crescita molto positiva. In particolare sono i finanziamenti internazionali ad aver determinato un aumento del capitale investito: si parla di più di 1 miliardo di euro nel 2022, quindi metà del capitale totale.

L'Italia è riuscita a recuperare un po' del gap che la distanziava dagli altri paesi dell'Unione Europea, in particolare da Francia e Germania che rimangono le nazioni con i maggiori investimenti in startup. Oggi la dimensione dell'ecosistema è 1/6 di quello francese e 1/4 di quello tedesco, mentre è diventato molto simile a quello spagnolo.

Il risultato arriva dopo 10 anni dal primo Startup Act italiano che mirava a supportare le nuove imprese con un'amministrazione più semplice, agevolazioni fiscali e diritto fallimentare. La norma, esplicata nel decreto legge 179/2012, puntava a creare un ambiente più favorevole alle startup, oltre che a definire una serie di criteri di ammissibilità e requisiti per individuare le imprese davvero innovative.