Sviluppare app per il cloud rapidamente e nativamente

IBM Bluemix Cloud Platform as a Service rinnova lo sviluppo applicativo mettendo a disposizione strumenti e componenti per creare ambienti cloud native

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a cura di Gaetano Di Blasio

Sono ormai finiti i tempi in cui si poteva programmare con tutta "calma" un applicativo su un server locale, testarlo con qualche dato e poi passarlo in pre-produzione e, infine, in produzione incrociando le dita. Oddio, gli incubi non mancavano di certo, ma oggi si arriva a un vero e proprio delirio, con la fila di business manager che vogliono una app per fare qualsiasi cosa gli venga in mente. Ovviamente subito pronta e disponibile in cloud accessibile da tutti i tipi di smartphone.

Tali pressioni stanno accelerando la migrazione verso nuovi modelli di sviluppo e deployment delle applicazioni. In questo il cloud, in particolare il PaaS (Platform as a Service) è certamente un fondamentale aiuto, grazie alla flessibilità con cui è possibile utilizzare delle risorse, potendo, per esempio, creare un server anche per pochi minuti o eseguire stress test sulla propria applicazione in tempi rapidi.Tools

Chiaramente le problematiche sono diverse per chi deve sviluppare un'applicazione ex novo, magari la nuova idea di una startup, e per chi deve invece creare collegamenti con altre applicazioni esistenti in azienda.

L'evoluzione delle applicazioni e l'impatto delle stesse sul business hanno portato a un cambiamento per cui, oggi, è possibile identificare tre aspetti caratteristici delle nuove esigenze della coding generation:

User-centric design - sempre più le applicazioni devono essere pensate e disegnate su esigenze e modelli di interazione personali per fornire un'user experience che coinvolga l'utente;

Multiple Data Source – sempre più è necessario considerare sorgenti dati non tradizionali, come i social network, che integrano ed estendono i tradizionali dati transazionali e possono abilitare nuovi insight e nuovi modelli di business;

Eco-system Economy – Le soluzioni tecnologiche sono sempre più pensate in termini di composizione di servizio digitali utilizzabili da un ampio ecosistema di partner.

Posizionamento di IBM Bluemix nello spettro degli approcci Cloud

Posizionamento di IBM Bluemix nello spettro degli approcci Cloud

Per venire incontro a queste esigenze e supportare gli sviluppatori nel risolvere le problematiche che ne derivano, IBM ha preparato IBM Bluemix Cloud Platform as a Service, una piattaforma che mette subito a portata di mano tutti gli strumenti necessari alle applicazioni "cloud native", con un catalogo di servizi in costante arricchimento, come ci spiegano i responsabili della società statunitense. Tra i servizi disponibili: database NoSQL di vario tipo oltre a quelli relazionali, servizi di caching e elastic scaling, big data e analytics, servizi per applicazioni mobile native e non, oltre ai servizi di cognitive computing di Watson.

Bluemix si basa su standard aperti, come Cloud Foundry, Docker e OpenStack, che permettono di creare il contesto di run-time più adatto alle proprie applicazioni, includendo Java EE, Node.js, Ruby, Python e molti altri, oltre ai container linux o intere macchine virtuali.

Ulteriori informazioni su IBM Bluemix sono disponibili in un white paper appena pubblicato da IBM e gratuitamente disponibile. Per quelli che non amano leggere e preferiscono "sporcarsi le mani", è semplicemente possibile provare la piattaforma Bluemix.