Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Ticketmaster, il servizio online per l'acquisto di biglietti di concerti, spettacoli ed eventi, ha confermato che da ottobre i suoi siti di rivendita Seatwave e Get Me In verranno chiusi. Si tratta di un'iniziativa per arginare il fenomeno del bagarinaggio online, poiché com'è risaputo le due piattaforme del colosso statunitense devono il loro successo proprio alla compra-vendita di biglietti spesso con prezzi gonfiati. Seatwave è localizzato anche in italiano mentre Get Me In si rivolge al mercato anglosassone.

Un'altra novità è che Ticketmaster sempre dal prossimo autunno consentirà la compra-vendita dei biglietti ma con forti limitazioni. Il nuovo servizio sarà attivo da ottobre nel Regno Unito e in Irlanda, e solo a partire dal 2019 negli altri paesi europei.

Seatwave
Seatwave

I venditori potranno offrire i biglietti acquistati legalmente sul sito a un prezzo uguale o inferiore a quello ufficiale, con un massimo del 15% aggiuntivo per coprire le eventuale spese di prevendita. Sulla falsariga di quanto già fa Twickets che impone un tetto del 10%.

Da rilevare che la mossa di Ticketmaster si deve non solo al malcontento generale dei fan, che ormai si confrontano con un meccanismo di acquisto inefficiente - le pre-vendite vanno esaurite in poche ore, ma anche al dibattitto politico che in molti paesi potrebbe portare a regole più ferree e azioni di contrasto.

Get Me In
Get Me In

Ad esempio in Irlanda si parla di una possibile legge che vieti la rivendita di biglietti a prezzi superiori rispetto a quelli ufficiali, mentre nel Regno Unito l'Autorità per la Concorrenza e il Mercato sta valutando l'opportunità di un'azione sanzionatoria contro Viagogo.

In Italia invece la questione sembra apparentemente chiusa, considerata la recente regolamentazione redatta dal Ministero dell'Economia. Questa sembra poter depotenziare i Bot - che in modalità pressoché automatica acquistano gran quantità di biglietti sui siti ufficiali per poi consentirne la rivendita su altre piattaforme -  ma non affronta il problema alla radice. Ovvero quello dei privati che hanno trasformato il secondary ticketing in un business esentasse.